Nel 2019 era diventato il bersaglio di alcuni studenti all'Itis "Don Morosini" di Ferentino, un ragazzo non ancora maggiorenne del frusinate. Stufo dei soprusi commessi a scapito del giovane studente, oggi ventenne, il genitore decise di presentare una denuncia-querela ai carabinieri. E successivamente ne seguirono altre.

Tre gli studenti indagati, tutti ventenni, due originari di Alatri e uno di Frosinone. Il pm tuttavia ha presentato richiesta di archiviazione, ma l'avvocato della parte offesa, Antonio Ceccani, ha fatto opposizione all'istanza. Il gip, la dottoressa Fiammetta Palmieri, ha respinto la richiesta di archiviazione, fissando la camera di consiglio nel tribunale di Frosinone il prossimo 19 novembre.

Il difensore Ceccani chiede che il gip, fissata l'udienza ex art 408 cpp: «ordini l'imputazione coatta degli indagati per il delitto di atti persecutori, violenza privata e furto». Dagli atti si evinse che lo studente fu oggetto di scherzi di cattivo gusto da parte dei compagni di classe che si sono cacciati nei guai, come per esempio il lancio dell'astuccio e del diario, i lanci di pallette di carta e le parole offensive. E in qualche festa, al di fuori della scuola, non andò meglio al malcapitato. A una festa di compleanno, in un locale della provincia, lo studente in questione ritrovò la sua minicar in sosta danneggiata.

Simili fatti, come confermerà il legale di fiducia: «incidono in maniera traumatica sulla psiche della persona costretta a modificare le abitudini di vita».
L'avvocato Ceccani ritiene che: «il pm abbia commesso un'erronea valutazione dei fatti e degli elementi raccolti». E come emerge dalla sua opposizione, inoltrata al gip, alla richiesta di archiviazione: «si prefigurano atti persecutori, violenza privata e perfino il furto. Le condotte moleste sono diverse spiega l'avvocato Ceccani a partire dagli insulti conclamati da tutti i soggetti sentiti, alla password offensiva per l'htspot, le minacce di dar fuoco alla macchina, il danneggiamento, l'impedire di partecipare alle feste, gettare la borsa o la merenda a scuola. Tali episodi costituiscono le condotte tipiche del delitto di atti persecutori. In particolare le condotte degli indagati hanno ingenerato nella vittima uno stato di paura e di timore tali da fargli cambiare le abitudini di vita».