Tamponamento mortale sulla superstrada, all'altezza dello svincolo per la provinciale Santa Cecilia, in cui perse la vita Maurizio Berardi, trentasettenne di Alatri.
La parola ora al perito. Chiesta e ottenuta dal difensore di M.V. 30anni, anche lui di Alatri, accusato di omicidio colposo, una perizia che faccia luce sulle cause che hanno portato all'incidente del 14 maggio del 2017.
Ieri mattina, avanti la gup, dottoressa Palmieri, c'è stata l'udienza preliminare a carico del trentenne che era alla guida della Fiat Bravo che ha travolto Berardi.

La vittima stava cercando di spingere la sua auto, una Fiat Uno, che era rimasta senza benzina, quando è stato investito. Ieri in udienza il colpo di scena. L'avvocato del trentenne, Giampiero Vellucci, ha chiesto e ottenuto, per l'udienza del 17 dicembre, l'accertamento peritale in ordine alle circostanzec he, secondo la difesa, non consentono di ipotizzare responsabilità a carico dell'imputato. Questi i motivi della difesa: non era stato posizionato il triangolo rosso per segnalare la presenza del veicolo fermo; Berardi non aveva indossato le fasce fluorescenti che segnalano la presenza di un uomo a piedi; vista l'impossibilità di muovere da solo il mezzo, avrebbe dovuto allontanarsi dallo stesso e segnalare la presenza dell'ostacolo anche ai carabinieri.

In particolare il difensore ha fatto acquisire agli atti una relazione di servizio redatta dai militari, e dalla quale si evidenzia che alcuni automobilisti avevano segnalato la presenza dell'auto quasi al centro della carreggiata e di aver schivato l'uomo miracolosamente. Il tutto in assenza quasi totale di luce. Ieri il giudice, anziché disporre il rinvio a giudizio, ha accolto la richiesta del difensore, e ha nominato un perito che effettuerà una perizia per confortare o meno quello che un consulente tecnico della difesa ha ipotizzato.