Si fa prestare 100 euro da un trentaquattrenne ma non li restituisce subito. E così inizia un vero e proprio incubo per una venticinquenne. Per ottenere la restituzione del prestito iniziale, maggiorato poi di interessi, l'uomo minaccia di picchiare e uccidere lei e i suoi familiari (madre e nonna in particolare). In più occasioni è arrivato a colpirla con pugni al capo. Per paura della sua incolumità, la donna ha cambiato le proprie abitudini di vita al punto di non uscire più di casa e a farsi "scortare" per raggiungere il posto di lavoro. Il trentaquattrenne è stato rinviato a giudizio con l'accusa di lesioni, tentata estorsione e stalking. L'udienza si terrà il prossimo 3 dicembre. L'uomo è difeso dall'avvocato Mario Cellitti.

La ricostruzione
Tutto è iniziato quando nell'estate del 2019, la giovane ha chiesto un prestito di 100 euro a un amico. Prestito maggiorato di interessi pari a 50 euro per ogni giorno di ritardo (profitto ingiusto). Con più azioni, stando alle accuse, il trentaquattrenne ha iniziato a minacciare la donna, per costringerla a riconsegnare il denaro prestato, con tanto di interessi. Minacciata di morte tanto da cagionarle un grave stato di ansia e paura per l'incolumità propria e dei familiari. L'uomo ha minacciata di darle fuoco e talvolta, sempre stando alle accuse, l'ha "puntata" con il proprio furgone come a volerla investire. Ma non è finita qui. In più occasioni l'ha colpita con calci e pugni tanto da procurarle lesioni.

La vittima è stata costretta a cambiare le sue abitudini di vita, a non uscire più di casa, se non accompagnata.
Per recarsi sul posto di lavoro, e per farsi riprendere, si è fatta accompagnare quotidianamente da una persona di fiducia fino alla stazione ferroviaria di Sgurgola. Ora il rinvio a giudizio per il trentaquattrenne. L'udienza è stata fissata per il 3 dicembre nel tribunale di Frosinone davanti al giudice Tamburro.