Centoquaranta tamponi positivi della provincia di Frosinone inviati a Roma. Per verificare se ci sono tracce di variante Delta in Ciociaria. Finora zero casi dalle risposte che sono arrivate. I centoquaranta test sono quelli dei positivi degli ultimi ventidue giorni. Perché, come spiega la direttrice generale della Asl Pierpaola D'Alessandro, «la guardia va tenuta alta». E la caccia alla variante Delta è appena cominciata. La parola d'ordine è cercare di contenerla subito, in questa fase. L'obiettivo, come ha detto l'assessore regionale Alessio D'Amato, è arrivare ad analizzare il 100% dei tamponi positivi, contro il 10-12% dei giorni scorsi.

Sono stati coinvolti Spallanzani, Gemelli, Ifo, Policlinico Tor Vergata, Umberto I, Istituto zooprofilattico: hanno a disposizione macchinari innovativi che permettono di fare il lavoro in modo rapido. Per il resto si agisce sul versante della campagna vaccinale. Ma bisogna fare i conti con la diminuzione delle dosi.

La situazione
Ieri siamo entrati nell'ottantesima settimana dall'inizio della pandemia in provincia di Frosinone. Il primo caso è stato registrato il due marzo 2020. Da allora sono trascorsi 484 giorni. I casi registrati sono stati 2. Su un totale di 307 tamponi. Vuol dire un tasso di positività dello 0,65%. I negativizzati sono stati 6. E ancora una volta zero decessi. Negli ultimi venti giorni uno solo. Sempre ieri peraltro era il primo giorno senza l'obbligo di indossare la mascherina all'aperto, a meno che non si creino degli assembramenti. Ma in tanti la mascherina hanno continuato ad indossarla. A dimostrazione che c'è comunque cautela. E peraltro Pierpaola D'Alessandro, manager della Asl, rileva: «Attenzione. Due casi non sono zero. Senza mascherina, ma senza abbassare la guardia. Il virus è sempre in circolazione. Prudenza».

Ad ogni modo la mascherina va indossata nelle regioni in zona gialla o rossa (al momento non ce ne sono) e in tutte le situazioni «in cui non possa essere garantito il distanziamento interpersonale o si configurino assembramenti o affollamenti». È necessario indossarla anche negli spazi all'aperto delle strutture sanitarie e quando si è in presenza di «soggetti con conosciuta connotazione di alterata funzionalità del sistema immunitario». Da ieri in zona bianca non c'è l'obbligo di indossarla all'aperto. Ma nell'atto firmato dal ministro Roberto Speranza è specificato come rimanga in vigore «il decreto del presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021 che prevede, tra l'altro, l'obbligo sull'intero territorio nazionale di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie».

La settimana numero sessantanove era andata in questo modo: 1 caso il ventuno giugno, 4 il ventidue, 4 il ventitré, 3 il ventiquattro, 4 il venticinque, 6 il ventisei, 4 il ventisette. Per un totale di 26 e una media quotidiana di 3,7. Queste le medie giornaliere delle ultime settimane: 125,85 nella cinquantasettesima, 96,42 nella cinquantottesima, 74,85 nella cinquantanovesima, 74,28 nella sessantesima, 58,71 nella sessantunesima, 56,42 nella sessantaduesima, 41,14 nella sessantatreesima, 26 nella sessantaquattresima. E 16,28 nella sessantacinquesima, 8 nella sessantaseiesima, 9,71 nella sessantasettesima, 6,28 nella sessantottesima. Poi ci sono le medie mensili dei contagi, altrettanto significative: 13,8 casi al giorno a marzo 2020, 7,63 ad aprile, 0,83 a maggio, 0,46 a giugno, 0,35 a luglio, 5,16 ad agosto, 7,43 a settembre, 113,8 a ottobre, quando i nuovi casi sono stati 3.528. Poi il boom a novembre, con 6.588 contagiati. Per una media di 219,66 ogni ventiquattro ore. A dicembre 3.468 contagi, per una media giornaliera di 111,87. A gennaio i contagi in totale sono stati 3.144, per una media di 101,42. A febbraio 3.526 nuovi casi, per una media giornaliera di 125,92. A marzo 2021 i contagi sono stati 6.063, per una media quotidiana di 195,58. Ad aprile 2.612 casi. Per una media di 87,06. Per quanto riguarda il mese di maggio, 1.056 nuovi casi.

Per una media di 34,06 ogni ventiquattro ore. A giugno 185 casi in ventotto giorni. Per una media di 6,6 ogni ventiquattro ore. Quindi c'è la curva dei decessi. Questo l'andamento completo: 25 morti per Covid a marzo 2020, 23 ad aprile, 2 a maggio, 8 a giugno, poi 0 sia a luglio che ad agosto, 1 a settembre, 9 ad ottobre.
Quindi l'impennata: 100 a novembre, 98 a dicembre, 73 a gennaio 2021, 73 a febbraio, 100 a marzo, 103 ad aprile. Poi la discesa: 34 a maggio e 5 a giugno.

Ricoverati, incidenza, Rt
Sono 5 i pazienti Covid ricoverati nella rete ospedaliera della provincia di Frosinone. Nessuno nei reparti di terapia intensiva. Basta ricordare che il 5 aprile erano 450. Per quanto riguarda Rt, l'indice di trasmissibilità del virus, nel Lazio è a 0,66. Quindi l'incidenza di nuovi casi settimanali ogni 100.000 abitanti. Negli ultimi sette giorni i contagi sono stati 27. Vuol dire che l'incidenza è di 5,7. Pure in questo caso basta ricordare che sopra i 250 scattava automaticamente la zona rossa. E la provincia di Frosinone ha conosciuto dei numeri molto alti. Nel periodo 26 febbraio-4 marzo la Asl di Frosinone aveva rilevato 1.330 nuovi casi positivi. Per un tasso di incidenza settimanale pari a 299 per 100.000 abitanti. Dal 27 febbraio al 5 marzo i casi erano stati 1.493, con un'incidenza di 312,997 ogni 100.000 abitanti, dal 6 al 12 marzo erano saliti a 1.738 e 364,360. Dal 13 al 19 marzo sono stati 1.500, con un'incidenza di 314,465. Nella settimana del picco (2-8 novembre) l'incidenza era stata di 428,511. Nella settimana compresa tra il 19 e il 25 marzo sono stati rilevati dalla Asl di Frosinone 1.139 nuovi contagi. Un'incidenza settimanale di 238,78 casi ogni 100.000 abitanti.

La profilassi
In provincia di Frosinone sono state somministrate 342.089 dosi di vaccino e 123.989 persone hanno completato il ciclo. La popolazione target è di 410.000 persone. Vuol dire che l'83,4% ha ricevuto almeno una dose, mentre il 30,24% è immunizzato con due dosi. E ci sono più di 186.000 prenotazioni. In un'intervista al quotidiano La Repubblica l'assessore regionale Alessio D'Amato ha spiegato: «Ad oggi rispetto alle prenotazioni già fatte, fino al 15 luglio a noi mancano circa 100.000 dosi di Pfizer per rispettare il fabbisogno di chi si è prenotato. Abbiamo avuto una contrazione tra giugno e luglio di quasi il 35%». E ancora: «Su luglio gli scarichi sono quattro, uno a settimana da circa 196.000 dosi l'uno. A giugno stavamo in media più di 300.000 ogni settimana. Abbiamo posticipato le prenotazioni dei ragazzi dai 12 ai 16 anni dopo Ferragosto. Se i dati sono questi dovremo spostare di una settimana, cioè dall'11 al 18 luglio, chi è già prenotato». Si tratta di circa 100.000 persone che «andranno contattate una ad una per comunicargli la nuova data della prima somministrazione Pfizer».

Poi c'è il capitolo riguardante Astrazeneca. Ha affermato Alessio D'Amato: «Con Astrazeneca ormai lavoriamo quasi soltanto per i richiami, sia quelli sopra i 60 anni sia quelli degli under 60 che vogliono avere la seconda dose di quel vaccino. In quanti rifiutano il mix? Circa il 15% non vuole la seconda dose con Moderna o Pfizer». Il raggiungimento dell'immunità di gregge è prevista nel Lazio dall'8 al 10 agosto. Al momento il 34% dei cittadini ha fatto la doppia dose.