Il post sul suo profilo Facebook è pieno di amore e lascia trasparire fin dall'inizio l'eccezionalità della storia: «Era solo una voce, ora è la donna della mia vita, quella che ho sempre cercato e sognato e che da un anno esatto mi rende felice. Auguri dolcissimo amore mio».

Mario (il nome è di fantasia ma la vicenda è reale e ambientata tra Roma e un centro della Ciociaria) ha 54 anni, da 25 lavora con un'impresa edile. Alla grande storia d'amore non credeva più, soprattutto dopo alcune cocenti delusioni che una vita matrigna gli aveva riservato. In una delle tante notti insonni, però, solo come sempre nella sua stanza e al buio, afferra di scatto il cellulare e inizia a navigare. Si imbatte in un sito di incontri, si iscrive, pochi click e nota un annuncio tanto discreto quanto intrigante: "Chiamami e scalderò il tuo cuore". Non ci sono le solite foto spinte, solo quelle parole che promettono calore e amore e il numero di un cellulare. Mario lo digita quasi senza accorgersene.

Dopo 5 squilli, quando ormai stava per chiudere quella conversazione mai iniziata, sente una voce calda e accogliente che lo saluta. Un semplice "ciao, come ti chiami? Che vuoi fare". "Parlare" risponde Mario un po' impacciato essendo alla prima esperienza di quel genere. "Solo questo?", controbatte ammiccante la voce. «Beh – balbetta Mario – sì, iniziamo così… sai, sono un po' timido». «Ok – annuisce lei – io sono Veronica, ho 35 anni, carica la mia postepay con 10 euro e facciamo quello che più ti piace». Detto fatto, la somma viene pagata rapidamente e i due cominciano a chiacchierare amabilmente.

Sono le due passate, Veronica è davvero molto dolce, ci sa fare, tocca le corde dell'animo infreddolito di Mario che, poco a poco, si fa prendere per mano e si apre, si confida, racconta le sue vicissitudini amorose e la sua fame di amore. Veronica lo ascolta con attenzione e a un certo punto passa anche lei alle confidenze. «Sai – gli dice – io non mi chiamo così, il mio nome vero è Francesca e di anni ne ho 45. Da qualche mese faccio questo "lavoretto" come extra, per arrotondare, in realtà sono cassiera in un supermercato ma con due figli e separata non ce la faccio». Ne segue una lunga conversazione. Arriva l'alba. Mario e Veronica ridono, scherzano, piangono, tirano fuori tutto il malessere che da anni covano dentro. Poi decidono di dormire, la sveglia sta ormai per suonare per entrambi. Il giorno dopo Mario sente addosso un'euforia che non avvertiva da tantissimo tempo. Pensa a quella voce, a Veronica, alle sue parole.

Prova ad immaginarla. E decide che la sera l'avrebbe chiamata ancora. A mezzanotte compone il numero e i due ricominciano a parlare. Di nuovo l'alba. Di nuovo due vite che si sfiorano e si raccontano. E così va avanti per molti giorni. Il feeling fra i due cresce di telefonata in telefonata. Finché Mario, nel bel mezzo dell'ennesima e lunga risata, butta lì un invito: «Ti andrebbe di conoscerci davvero, magari solo per il classico caffè…?». Breve pausa. Mario ha il fiato sospeso. Poi, come un lampo che illumina la notte, arriva il "sì" di Veronica. Che incontri dal vivo non ne aveva mai fatti.

Lei abita a Roma e tutto diventa più facile vista la sua vicinanza alla Ciociaria. Decidono di incontrarsi il giorno dopo, subito in pratica, tanta è la frenesia di conoscersi: alle 21 in un bar sulla Tuscolana. «Indosserò un completino verde, così non ti sbagli», gli fa sapere lei ridendo. Mario non sta nella pelle. Tira fuori il meglio possibile del suo look un po' datato. Non dorme, per tutto il giorno seguente è agitato, le ore non passano mai. Poi, finalmente, si mette in macchina e "vola" alla volta di Roma. La riconosce subito: un corpo esile ma ben forgiato dalla natura, capelli lunghi e lisci, neri, passeggia lentamente sul marciapiede antistante il bar convenuto. Le appare bellissima. E in effetti per Mario lo è. Poi, ma solo dopo un po', si accorge del vestitino verde. In realtà, l'aveva già riconosciuta. Lei si volta e a sua volta capisce subito che è Mario, anche se lui di "segni particolari" non ne aveva indicati.

Un sorriso, una stretta di mano, gli occhi che brillano e il feeling telefonico si riaccende subito trasferendosi nella realtà. Nel bar, davanti ad un caffè fumante, riprendono a parlare. Ma stavolta a farlo più che la bocca sono gli occhi, le mani, i corpi, in un "balletto" che li unisce sempre più. Entrano in un mondo tutto loro, la realtà è fuori, lontana, ci sono soltanto loro due. La voce del barista li richiama, sono quasi le 2, il locale chiude. Mario e Veronica ridono a crepapelle. Escono, le mani si sfiorano, una forza magnetica le attrae, si stringono forte. Sono calde e morbide. Da quel momento non si staccheranno più.

«Come le nostre vite – ci racconta Mario al telefono – da quella sera non ci siamo più lasciati, neppure un giorno. Dopo poche settimane abbiamo scoperto di essere fatti l'una per l'altro, tutti e due ci siamo ricreduti sull'esistenza del vero amore e abbiamo intrapreso un percorso di vita insieme, sempre metaforicamente mano nella mano. Da quella mia prima telefonata, timida e incerta, è passato un anno esatto: io e Francesca stiamo vivendo una storia stupenda. Lei si è trasferita qui da me, in Ciociaria, fa ancora la cassiera, in un centro commerciale, e, ovviamente, non arrotonda più con le telefonate. Si trova benissimo, Roma non le manca. Ha portato anche i suoi due ragazzi, di 8 e 13 anni, che per me sono rapidamente diventati i figli che non ho mai avuto. 365 giorni di amore immenso, in cui abbiamo capito che eravamo predestinati, che nel nostro incontro non c'era nulla di casuale, che tutto era già stato scritto e definito per farci "riconoscere" ed amare e che noi, parafrasando Ligabue, in fondo "ci siamo sempre stati".

Ho deciso di raccontare la mia storia – conclude Mario – perché possa essere di esempio per chi non crede più nell'amore, per dimostrare che non bisogna mai arrendersi, che la vita è meravigliosa perché imprevedibile e che la felicità può nascondersi ovunque. Anche dietro un ammiccante annuncio su un sito per incontri».