Abbiamo aspettato pure troppo. E finalmente ieri, a due mesi dall'istituzione della commissione regionale trasparenza, nata per fare luce sul concorso di Allumiere dalla cui graduatoria la Regione Lazio ha attinto per assumere sedici persone, è stato ascoltato l'ex presidente del consiglio Mauro Buschini.

In collegamento il presidente Chiara Colosimo, i vicepresidenti Fabio Capolei ed Eugenio Patanè e i consiglieri Marta Bonafoni, Alessandro Capriccioli, Paolo Ciani, Francesca De Vito, Marta Leonori, Valerio Novelli e Orlando Tripodi.

Dimessosi da presidente subito dopo lo scandalo che ha travolto la Pisana, Buschini ha ricostruito i vari passaggi che hanno portato, nel dicembre dello scorso anno, alle assunzioni. Ribadendo, ancora una volta, il regolare svolgimento della procedura. Cosa sulla quale nessuno ha mai sollevato dubbi, anche se sono in piedi due inchieste delle procure di Roma e di Civitavecchia.
Dimenticando, però, il problema dell'opportunità politica di assumere persone, diciamo così, "vicine".

Nello specifico al Pd, alla Lega e ai Cinque Stelle.
Per la provincia di Frosinone il segretario del circolo cittadino di Frosinone del Partito democratico Andrea Palladino (ormai un fantasma), l'assessore esterno del comune di Isola del Liri Massimo D'Orazio e Riccardo Strambi. Che per la cronaca, a differenza di Buschini, il posto lo hanno conservato.

Altro punto poco chiaro è la posizione del sindaco di Allumiere Antonio Pasquini. Soprattutto alla luce della convenzione stipulata per consentire di attingere alla graduatoria. Anche su questo aspetto Buschini è apparso deciso: «Non ho mai parlato con il sindaco di Allumiere del concorso, né della graduatoria o delle procedure. Non ho mai avuto un confronto con lui su queste tematiche. Il sindaco di Allumiere non era un collaboratore dell'ufficio di presidenza ma era nello staff della presidenza, che sono due cose differenti. Non mi arrivò alcuna segnalazione rispetto a problematiche che si stessero generando o si potessero generare, di sicuro al momento in cui abbiamo stipulato la convenzione non eravamo a conoscenza se ci fossero stati o meno problemi rispetto alle due graduatorie.
E non ero a conoscenza nemmeno del fatto che collaboratori dello staff della presidenza e dell'Ufficio di presidenza avessero partecipato al concorso».

Insomma, tutto alla luce del sole. Nonostante qualche...anomalia. Come il fatto che più di qualcuno "pescato" dalla Regione abbia rifiutato l'assunzione per poi sistemarsi in altri enti.

«Non conosco le motivazioni – ha detto Buschini – Sicuramente chi ha rifiutato la chiamata sapeva che non sarebbe stato posto fuori dalla graduatoria».
Infine un passaggio sulle dimissioni: «Ho sentito l'esigenza di farlo perché non fossi io a nominare questa commissione, perché non avrei potuto svolgere per motivi di trasparenza e correttezza questo lavoro di coordinamento, ad esempio con la trasmissione degli atti. Questo non sottintende che lo stesso passo avrebbe dovuto farlo l'intero Ufficio di presidenza». No, però..