Tornano a salire i livelli di polveri sottili nel Lazio e in provincia di Frosinone in particolare. Un aumento per certi versi anomalo considerato il periodo estivo e il fatto che gli impianti di riscaldamento civili sono spenti, che la pressione del traffico veicolare è minore e che è ridotta l'attività dei camini industriali.

A determinare, quindi, l'aumento delle concentrazioni di pm10 nell'aria oltre la soglia tollerata dalla legge è stato il transito di polveri sahariane che sta interessando l'Italia da alcuni giorni. La presenza, poi, di un campo elevato di pressione ha incentivato uno scarso rimescolamento dell'aria soprattutto nei bassi strati troposferici. Sono 28 le centraline del Lazio che, nella giornata di ieri, hanno sforato.

In Ciociaria sono andati oltre i limiti Cassino (87 microgrammi su metro cubo contro i 50 massimi tollerati dalla legge), Anagni (83), Ferentino (82), Frosinone viale Mazzini (77), Alatri (69), Ceccano (64), Fontechiari (61), mentre l'unica centralina che non ha sforato è stata quella della stazione di Frosinone che si è fermata a 43 microgrammi su metro cubo. Nella graduatoria annuale dei superamenti dei limiti di legge di pm10, Ceccano rimane saldamente in testa con 41 giorni di sforamenti su 175 (dal 1º gennaio), praticamente un giorno su quattro, allungando il passo su Frosinone Scalo che è rimasto a 37; ha accorciato le distanze Cassino che è salito a quota 33.

Seguono, poi, nell'ordine, Ferentino a 18, Frosinone viale Mazzini a 10, Alatri a 9, Anagni a 7; chiude Fontechiari a 4. Numeri che lasciano riflettere.
In questi giorni l'Associazione Medici di Famiglia per l'Ambiente di Frosinone e Provincia ha rilanciato l'allarme contro la grave situazione ambientale dell'area, denunciando le ripercussioni sulla salute della popolazione.

«La città di Frosinone - hanno detto i medici - è nota da anni per le concentrazioni di particolato superiori ai limiti di legge, raggiungendo, nei periodi invernali, anche valori giornalieri 5 volte più alti rispetto a quelli consentiti dai limiti di legge. L'Associazione ha studiato l'incidenza degli eventi di cardiopatia ischemica acuta nella città di Frosinone relativa a due periodi successivamente posti a confronto: 1°periodo: 1 Ottobre 2019 – 30 Novembre 2019 e poi 2° periodo: 1 Ottobre 2020 – 30 Novembre 2020».

«Ciò che abbiamo rilevato alla conclusione dello studio – ha detto la dottoressa Petricca– è che nel periodo di osservazione 1º ottobre – 30 Novembre 2020, gli eventi di cardiopatia ischemica acuta sono aumentati del 67% rispetto ad analogo periodo riferito all'anno 2019. L'anno 2020 ha registrato un abbassamento dell'età media di insorgenza degli eventi ischemici acuti rispetto all'anno 2019 passando da 70 anni a 63 anni. Nell'anno 2020 gli eventi acuti hanno interessato prevalentemente la parte bassa della città: 50% nel 2019, 70% nel 2020 come da indicazione delle centraline» specialmente quelle Ancler che coprono quasi tutto il territorio comunale.