Dopo il primo incontro dello scorso 15 giugno, ieri pomeriggio il governo, i vertici del gruppo Stellantis e le parti sociali o sono tornati ad incontrarsi nella sede del Ministero dello sviluppo economico a Roma. Si è insomma aperto il tavolo sull'automotive: l'obiettivo spiegano dal Ministero è raggiungere il risultato del rilancio della azienda, «sfruttando al massimo anche le opportunità offerte dal Pnrr».

Sul tavolo anche l'argomento "gigafactory", ovvero la possibilità di creare in Italia uno stabilimento destinato alla produzione delle batterie per le auto elettriche (oltre ai due programmati in Francia e Germania). Solo pochi giorni fa il brand Fiat ha confermato l'intenzione di elettrificare l'intera gamma entro il 2030.

I sindacati restano ancora cauti: «Sull'automotive è necessario un accordo con Governo e imprese per affrontare la transizione in modo da garantire l'occupazione di tutta la filiera produttiva dell'auto, utilizzando le risorse del Pnrr verso l'elettrico a partire proprio da Stellantis», commenta il leader della Fiom-Cgil Michele De Palma. Gli fa eco il numero uno della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, che argomenta: «Bene il tavolo, ma non servono i rituali, bisogna gestire la transizione con investimenti e formazione».

Quindi il segretario nazionale dei metalmeccanici della Cisl spiega: «Siamo in una fase di profonda trasformazione di un settore trainante della nostra industria ed dell'economia nazionale. Per questo è necessario coinvolgere tutti i produttori e tutte le aziende della filiera dell'auto. È fondamentale mettere in atto tutti gli interventi necessari ad accompagnare la transizione: dall' incentivazione per la riconversione industriale, a partire dalla filiera della componentistica, passando per le batterie, cuore della nuova mobilità, insieme alla riorganizzazione dell'ecosistema di ricarica elettrica. Bisognerà sostenere e investire su giga factory nazionali che riforniscano i produttori evitando dipendenze dall'estero e soprattutto sarà fondamentale investire per rafforzare le competenze professionali necessarie a gestire la transizione. Bene quindi la partenza del tavolo sul settore, a patto che non sia l'ennesimo tavolo di cerimonia, li abbiamo già visti nei precedenti governi, ora non possiamo più perdere tempo, bisogna fare presto».

Il problema prioritario per ciò che concerne Stellantis, e lo stabilimento Fca Cassino Plant, è legato all'indotto.
A tal proposito sempre Uliano argomenta: «Molti grossi produttori del settore della componentistica dei motori endotermici fanno già prefigurare nel brevissimo periodo esuberi occupazionali. Sono multinazionali come Denso, Bosch, Vitesco. Il governo su queste importanti realtà tecnologiche e lavorativi presenti in Italia deve svolgere un ruolo importante, mettere in campo un patto forte per governare questo processo riducendo al massimo le ricadute occupazionali.
I fondi europei del Pnrr sono una grande opportunità per gestire la transizione che non devono essere sprecati, ma utilizzati dentro una strategia complessiva che utilizzi le risorse per attuare un vero e piano di riconversione industriale sia dal punto di vista tecnologico che dal punto di vista delle competenze.
Per noi al centro di ogni scelta nella gestione di questa transizione deve esserci la compatibilità sociale.
Il processo di cambiamento in atto del settore, a partire del cambio delle motorizzazioni, non può determinare costi sociali».