Impedire che la sua esistenza commerciale possa costituire in futuro uno strumento nuovamente idoneo a ipotesi corruttive o di illecito smaltimento di rifiuti.
Questa la motivazione che ha spinto la procura della Repubblica di Frosinone a chiedere il fallimento della Tac ecologica, società finita in diverse inchieste negli ultimi anni. Coinvolta prima nell'inchiesta "Malaffare" del 4 giugno 2019 a Cervaro, quando nel mirino dei carabinieri forestali finì l'assegna zione del bando sulla raccolta dei rifiuti. Qualche giorno dopo, il 12 giugno, l'inchiesta romana sullo smaltimento illecito dei rifiuti; mentre il 4 luglio, sempre di due anni fa, l'operazione "Urban Waste" del nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale del gruppo carabinieri di Frosinone.

Corruzione, abuso d'ufficio, turbata libertà degli incanti, truffa, traffico di influenze illecite e false attestazioni o certificazioni, le accuse che vennero contestate a vario titolo a 16 persone. Otto le misure cautelari. Emersero gravi ipotesi di smaltimento illecito e rapporti di corruzione con le amministrazioni di Cervaro, Anagni, Sgurgola, Termoli, Subiaco e Trevi nel Lazio. Nel corso dell'amministrazione giudiziaria, svolta a seguito dell'arresto del legale rappresentante della Tac ecologica, Alfredo Coratti, sono state analizzate le carte della società e sarebbero stati trovati buchi contabili che secondo gli investigatori sarebbero imputabili alla necessità di trovare fondi per pagare in nero gli amministratori.

Proprio a questo fine la Procura della Repubblica di Frosinone ha chiesto di dichiarare il fallimento della società per impedire che la sua esistenza commerciale possa costituire in futuro uno strumento nuovamente idoneo a ipotesi corruttive o di illecito smaltimento di rifiuti. Nell'ottobre del 2019 il tribunale di Roma ha autorizzato l'ammi nistratore giudiziario della Tac Ecologica a comunicare ai Comuni l'impossibilità di proseguire il servizio. I contratti dovranno «ritenersi sciolti ed inefficaci» era stato comunicato alle dieci amministrazioni fino ad allora servite dalla Tac Ecologica (Amaseno, Arnara, Atina, Cervaro, Fontana Liri, Patrica, Sant'Elia Fiumerapido, Sgurgola, Torre Cajetani e Vico nel Lazio). In pratica, a causa dei debiti, ma anche di crediti non riscossi dai Comuni, la società non era più in grado di garantire la continuazione del servizio di raccolta dei rifiuti.

Intanto lunedì scorso si è chiusa, a Frosinone, l'udienza preliminare sull'inchiesta "Urban waste" con al centro proprio la società Tac Ecologica. Il processo inizierà il 2 novembre. Cinque rinvii a giudizio, nove proscioglimenti (riferiti all'inchiesta collegata "Abbacchiopoli") e una condanna. Il gup di Frosinone ha deciso per il rinvio a giudizio, tra gli altri, di Alfredo Coratti, 37 anni, di Veroli, ex amministratore unico della Tac Ecologica.