Una complessa indagine della Squadra Mobile di Latina ha permesso di smantellare un consistente traffico di cocaina e hashish che alcuni giovani, in apparenza estranei agli ambienti criminali, gestivano da Roccagorga rifornendo una serie di piazze di spaccio in tutto l'arco dei Monti Lepini, con diramazioni fino alla provincia di Frosinone e persino sul litorale romano. Ne è scaturita un'inchiesta coordinata dai sostituti procuratori di Latina Giuseppe Miliano e Valentina Giammaria e dal procuratore aggiunto Carlo Lasperanza, che ha permesso al giudice per le indagini preliminari Mario Bortone di disporre misure cautelari, eseguite ieri a carico di otto soggetti coinvolti a vario titolo nella compravendita degli stupefacenti: in quattro sono finiti agli arresti domiciliari, mentre per gli altri è scattato l'obbligo di firma.

Tra questi anche i ceccanesi Ennio Reffe, 32 anni, residente a Patrica, finito ai domiciliari, e Fabio Di Girolamo, 49 anni, residente ad Amaseno. L'indagine ruota attorno alla figura di Stefano Cerilli, a partire dal settembre del 2019 quando gli investigatori del questore di Latina Michele Maria Spina, acquisite informazioni sul suo conto, si presentano nel ristorante della sua famiglia, alla periferia di Roccagorga, alla ricerca di droga: non ne trovano, ma saltano fuori più di 320.000 euro. Iniziarono così le intercettazioni ambientali e telefoniche attraverso le quali i poliziotti hanno ricostruito la rete di trafficanti di droga, individuando i ruoli di ciascuno degli indagati.

Se Cirilli era la mente del gruppo, l'organizzatore di tutto, dal reperimento della droga allo stoccaggio fino alla raccolta dei proventi, era uno dei collaboratori più fidati, Andrea Asam, di Roccagorga anche lui, tuttofare del sodalizio, che assicurava la custodia delle scorte di stupefacenti, all'oc correnza fungeva da corriere e riforniva una serie di spacciatori. A completare la rosa dei quattro principali indiziati finiti ai domiciliari, gli inquirenti collocano Gianni Mancini di Ardea che si riforniva dal gruppo, ma soprattutto Ennio Reffe che da Patrica a sua volta gestiva una piazza di spaccio e forniva supporto a Cerilli, come dimostra il loro arresto nell'aprile dello scorso anno, quando furono sorpresi a girare con un'auto dotata di doppio fondo in cui trasportavano circa quattro chili e mezzo di hashish e poco meno di due chili e mezzo di cocaina.