Abbiamo incontrato il presidente Luigi Niccolini alla vigilia dell'evento per saperne di più.

Presidente Niccolini, quali sono le finalità della vostra presenza al Salone Nautico?
«L'Economia del mare è una risorsa che genera ricchezza, occupazione e innovazione secondo un modello collaborativo e sostenibile. Il mare unisce settori e tradizioni diverse in un tessuto imprenditoriale diffuso che può essere una leva straordinaria per il rilancio dell'Italia. La nuova Azienda Speciale Informare che rappresento racchiude già nel nome i suoi principali obiettivi: Internazionalizzazione, Formazione ed Economia del Mare. Per questo ritengo che la nostra presenza a Venezia sia fondamentale per portare alla luce le istanze del territorio. L'economia del mare, il turismo marittimo, la filiera ittica, la cantieristica, la movimentazione di merci e passeggeri, così come la ricerca, la regolamentazione e la tutela ambientale, insieme alle attività sportive e ricreative devono essere il volano per uscire da questo periodo di crisi. Bisogna avanzare proposte concrete per non lasciarci sfuggire questa occasione. Questo vale sia per la provincia di Latina che per quella di Frosinone nella quale opera una parte importante dell'indotto».

Può darci qualche anticipazione delle proposte più importanti che porterete a Venezia?
«Le proposte saranno indirettamente contenute nelle anticipazioni del IX Rapporto. L'economia del mare è una parte fondamentale dell'economia del nostro Paese e perché sia sempre più competitiva c'è un intero sistema che va ripensato. Bisogna valorizzare le risorse che abbiamo, rendere questo territorio appetibile agli investitori. Ma perché si torni ad investire sui nostri territori ricchi di bellezze naturali c'è bisogno di migliorare gli aspetti logistici, di lavorare su una portualità integrata, sulla tutela dell'ambiente marino e della biodiversità marina. Occorre incrementare i servizi e puntare sulla destagionalizzazione. Perché in un territorio come quello della provincia di Latina il turismo deve rimanere confinato ai mesi che vanno da maggio a settembre? Con il nostro patrimonio naturale e artistico e il clima favorevole serve ripensare anche il turismo in un'ottica differente e va fatto di pari passo con i servizi».

Il IX rapporto nazionale arriva a margine di un anno segnato dalla pandemia. Quali gli effetti dell'emergenza sanitaria sull'economia blu?
«Il rapporto offre una fotografia dell'attuale situazione e anche un quadro degli effetti che l'emergenza sanitaria ha avuto sulle imprese dell'economia del mare analizzando le dinamiche congiunturali, le criticità ma anche le strategie e i provvedimenti per mitigare gli effetti dello shock pandemico. Alcuni comparti dell'economia del mare hanno subito perdite ma altri hanno invece avuto una crescita, dimostrando quanto l'economia blu sia fondamentale per la ricchezza del nostro paese. Questo ci fa ben sperare nel futuro e ci fa credere fortemente che la ripresa passi proprio dalla blue economy».

Con il consigliere delegato all'Economia del Mare Antonello Testa abbiamo fatto il punto sul IX Rapporto nazionale sull'economia del mare.

Ci può svelare qualche dettaglio?
«Il Rapporto sull'economia del mare, che noi annualmente realizziamo come Azienda Speciale della Camera di Commercio Frosinone-Latina, è giunto alla sua nona edizione e rappresenta per noi motivo di grande orgoglio. È l'unico documento del genere che viene fatto in Italia ed è atteso da tutto il comparto.
Il rapporto studia lo stato di salute dell'economia del mare analizzando tutti i suoi "comparti": la filiera ittica, le estrazioni marine, la cantieristica, la ricettività, la movimentazione di merci e passeggeri, la ricerca, la regolamentazione e la tutela ambientale e le attività sportive e ricreative. Ognuno di questi aspetti fa parte dell'economia del mare che ha un peso più importante di quanto si creda nel quadro economico nazionale.
La nostra analisi, inoltre, si basa su un particolare indicatore, il "moltiplicatore" dell'economia del mare che indica quanto un valore aggiunto viene attivato, per ogni euro prodotto dalla Blue Economy, in tutte le altre attività economiche che contribuiscono alla sua realizzazione. In parole povere, l'economia del mare mette in moto tutto un indotto che non è propriamente parte di questo settore e diventa un valore aggiunto per tutti gli altri settori dell'indotto. C'è in sostanza un effetto moltiplicativo che crea altre ricchezze. Ecco, a Venezia anticiperemo alcuni dati di questo Rapporto per dare spunti e idee su come ripartire dalla Blue Economy».

Un importante valore aggiunto nello scenario di una kermesse nazionale. Avrete modo di portare a Venezia le istanze del territorio?
«Come Camera di Commercio e Azienda Speciale lo abbiamo sempre fatto in tutti questi anni. In qualunque "salotto di rappresentanza" abbiamo sempre rappresentato le istanze delle Associazioni del nostro territorio. Abbiamo sempre investito sull'economia del mare che rappresenta un'importante fetta del Pil, non solo delle nostre province ma di tutto il Paese. Ci sono numeri e dati che riveleremo nelle anticipazioni del Rapporto che parlano chiaro e indicano quanto sia importante investire sulla blue economy per il futuro».

C'è qualche novità in particolare rispetto ai rapporti degli anni passati?
«Ovviamente questo nono rapporto arriva in un anno segnato dalla pandemia e non potevamo non analizzare gli effetti che il Covid-19 ha avuto sull'intero comparto. Alcuni negativi, altri che invece, come si capirà leggendo il rapporto stesso, ci fanno ben sperare. Quest'anno, inoltre, abbiamo illustrato un quadro di sintesi dedicato alle energie rinnovabili del mare, alla tutela della biodiversità, all'alimentazione di qualità, ad una logistica e portualità più integrate e al turismo sostenibile». 

Ripartire dal mare per far ripartire l'economia. Sembra essere questo l'imperativo per la ripresa post Covid del nostro Paese. Il mare è una risorsa formidabile ed è sfruttando questa opportunità economica che si può ripartire per uscire dall'annus horribilis segnato dalla pandemia che ha gravato su tutta l'economia e, in particolare, sulle attività legate al trasporto e alla logistica, specie quelle marittime, fortemente integrate nel commercio internazionale e che rappresentano l'anello fondamentale del sistema economico.

La pandemia ha messo in luce quanto il mondo fosse impreparato a una simile crisi e ha evidenziato l'urgenza di investire nella gestione del rischio e nella formazione per rispondere alle emergenze nei trasporti e nella logistica. Il Covid-19 ha anche dimostrato che il trasporto marittimo è la modalità più economica e ambientalmente compatibile, principale facilitatore del commercio globale, e che sarà al centro della ripresa economica, sia in mare che a terra. Anche se l'industria del trasporto marittimo dovrà essere preparata ad affrontare un mondo post-Covid-19 trasformato.

Per questo, nel prossimo futuro, nell'ambito delle politiche volte a contrastare il cambiamento climatico, proseguirà l'azione dello shipping mondiale per rendere il trasporto marittimo sempre più green. Spesso si dimentica che circa il 90% del commercio mondiale viaggia via mare. Tanto più in questo periodo di pandemia il trasporto marittimo, che non si è mai fermato, ha rivestito un ruolo fondamentale assicurando gli approvvigionamenti necessari alla popolazione, dai prodotti alimentari all'energia, passando per le materie prime, le forniture medico-sanitarie e molti dei prodotti venduti nei supermercati.

In pratica, questa emergenza sanitaria ha messo in evidenza il ruolo vitale del trasporto marittimo e di tutta la blue economy per la vita quotidiana. E ciò è particolarmente vero per l'Italia, Paese povero di materie prime e grande esportatore di manufatti. Ma ripartire dal mare, in territori come la provincia di Latina e la vicina Ciociaria significa anche ripartire dal turismo e dal suo indotto.

Per questo – come Enti e Associazioni ripetono da tempo - serve una cabina di regia nazionale della "blue economy" che metta a sistema tutta la filiera che conta circa 38.000 imprese solo nel Lazio e ben 190.000 in tutta Italia. Un Paese con più di 7.500 km di costa deve essere consapevole del patrimonio inestimabile di cui dispone, che va sviluppato e tutelato attivando una policy mirata alla blue economy. È per questo che gli Enti del territorio, come la Camera di Commercio Frosinone-Latina, insieme all'Azienda Speciale INFORMARE (Internazionalizzazione, Formazione ed Economia del Mare) e alle Associazioni di categoria del territorio si stanno adoperando affinché le solide basi per la ripartenza "blu" siano gettate sin da subito. Ed è proprio per perseguire questi obiettivi che, domani, saranno presenti alla seconda edizione del Salone Nautico di Venezia.

La kermesse
Un appuntamento strategico per la tutela del comparto e dell'intero sistema nautico quello che si terrà domani al Salone Nautico di Venezia. Nell'ambito della seconda edizione dell'evento, in scena fino al 6 giugno in Arsenale, simbolo del potere e della potenza militare della Repubblica Serenissima e cuore dell'industria navale, alle 11, prenderà il via il Workshop "Economia del mare: opportunità di crescita e rilancio del Paese".
Tracciare linee di sviluppo comuni tra soggetti che ineriscono la dimensione mare per lavorare in sinergia a tutela del comparto nautico, sarà questo il principale obiettivo dell'incontro che vedrà l'intervento del presidente della Camera di Commercio Frosinone-Latina e di Assonautica Italiana, Giovanni Acampora.

Interverranno con lui il presidente ASSONAT, Luciano Serra, il presidente dell'Azienda Speciale Informare Luigi Niccolini e il consigliere delegato all'Economia del Mare della stessa Informare, Antonello Testa. Ad aprire i lavori, moderati della responsabile comunicazione Elena Magro, il presidente Assonautica Venezia Marino Masiero. Le conclusioni saranno affidate al vice presidente del Parlamento Europeo Fabio Massimo Castaldo. Durante il workshop verranno illustrate le "Anticipazioni del IX Rapporto Nazionale" a cura dell'Azienda Speciale della Camera di Commercio di Frosinone-Latina, Informare (Internazionalizzazione, Formazione ed Economia del Mare).

di: Roberta Di Pucchio