A quasi dieci anni dall'inchiesta "Occhio vigile" con tanto di arresti arriva la sentenza di primo grado. Il tribunale di Frosinone ha pronunciato tre condanne, quella dell'ex comandante dei vigili urbani di Frosinone Francesco Rosario Delvino e quella di due società la Csu di Peschiera del Garda e la Fgs di Azzano San Paolo per illecito amministrativo.
Il primo è stato condannato a tre anni, oltre al risarcimento dei danni nei confronti del Comune di Frosinone e all'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, le imprese invece a 77.400 euro, ovvero a 200 quote ciascuna. Dichiarato estinto il reato a carico dell'ex consigliere Paolo Lacava, defunto nelle more del processo.
C'era attesa per la sentenza che avrebbe emesso il tribunale (presidente il giudice Francesco Mancini, a latere i magistrati Silvia Fontebasso e Francesca Proietti) al termine della lunga fase dibattimentale nella quale sono stati sentiti i carabinieri che hanno effettuato le indagini e molti testimoni, tra cui anche politici ed ex amministratori locali, chiamati dalle parti.
Dopo il rinvio a giudizio stabilito nel luglio 2015 e i quattro tra patteggiamenti e rito abbreviato che hanno ridotto da nove a cinque gli imputati a giudizio ordinario, una serie di rinvii per difetti di notifica e incompatibilità dei magistrati chiamati a comporre il collegio, il processo era iniziato a fine febbraio del 2017. Nel mirino della procura di Frosinone erano finiti i progetti per l'installazione delle telecamere di videosorveglianza in città e per l'istituzione della ztl con conseguente gestione delle multe per i trasgressori.
Il pm Adolfo Coletta aveva chiesto, a gennaio, due anni e mezzo per l'ex comandante della polizia locale per il reato di associazione a delinquere, la condanna per illecito amministrativo delle società e la prescrizione per tutto il resto. L'inchiesta, come ripercorso dal pm nelle conclusioni depositate al tribunale nasce da un'informativa della procura di Napoli a carico di Delvino che, da poco meno di un mese, nel febbraio del 2011, si era insediato in piazza VI dicembre.
Secondo l'accusa, il progetto per videoserveglianza e ztl si sarebbe concretizzato. E dato che, con rito abbreviato, l'allora consulente del Comune Achille Benedetti, era stato condannato a due anni sette mesi e dieci giorni, l'accusa aveva chiesto di adottare gli stessi criteri di determinazione della pena, con riconoscimento delle attenuanti generiche.
Secondo l'accusa le intercettazioni telefoniche e ambientali, le documentazioni fotografiche, i documenti e i beni sequestrati, nonché le dichiarazioni di alcuni dei principali protagonisti sarebbero la conferma dell'impostazione accusatoria. Ieri il processo veniva per le repliche, a cui le parti hanno rinunciato, per cui il collegio è entrato in camera di consiglio.
Al termine di questa la condanna a tre anni per Delvino, a 77.400 euro per illecito amministrativo per Csu e Fgs, quindi l'estinzione del reato per la morte dell'allora consigliere comunale Lacava, mentre sono stati prosciolti gli altri coimputati Marco Illarietti, Valentina Lazzaroni, gestore e collaboratrice della società Security Trust e Giuseppe Federici della Fgs.
Il tribunale si è preso 90 giorni per il deposito delle motivazioni. Scontato poi il ricorso da parte dell'ex comandante Delvino, presente ieri come a tutte le udienze, e che sin dall'inizio ha respinto tutte le accuse mossegli.
Nel collegio difensivo gli avvocati Alessandro Barbieri, Antonino e Calogero Nobile, Giovanni Branca, Gianfranco Brancato e Laura Bacchini. Parte civile per il Comune di Frosinone l'avvocato Vincenzo Galassi.