C'è un problema di sicurezza del lavoro in Italia, una mancanza che è prima di tutto culturale. Ci sono un tessuto sociale sempre più disperato e privo di alternative, alcuni datori di lavoro che mettono il bilancio della propria attività davanti alla salute dei propri dipendenti, le sacche del lavoro nero che non accennano a diminuire, consumatori che non sono più disposti ad aspettare e vogliono tutto subito. Eccolo il quadro italiano, laziale, ciociaro; quello in cui le morti bianche, purtroppo, non fanno segnare valori in diminuzione. I decessi giornalieri continuano a occupare spazi nei giornali, i morti e gli infortuni fanno lievitare le statistiche e la politica da decenni non riesce ad affrontare la questione, divenuta ormai parte stessa della nostra quotidianità.

«C'è una emergenza che rischia di trasformarsi in tragica rassegnazione. E' una emergenza i cui numeri non diminuiscono, tutt'altro. Le morti sul lavoro sono ormai una vera e propria strage silenziosa: la nostra regione nel primo trimestre di questo anno ne ha già contate 19, mentre nello stesso arco temporale del 2020 erano state sette.

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