Si è conclusa con un'assoluzione con formula piena la vicenda processuale che ha coinvolto per il reato di usura aggravata il direttore delle filiali di Frosinone e Sora della Banca del Fucino, l'isolano Bruno Greco di sessantotto anni. La corte ha infatti scagionato il funzionario da ogni accusa.

La vicenda
Dopo la denuncia presentata da un imprenditore cliente della banca, titolare di un'impresa con sede a Monte San Giovanni Campano, la procura della Repubblica di Frosinone e il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza avevano avviato una complessa indagine ipotizzando la pesante accusa che aveva determinato il rinvio a giudizio del direttore di banca.

L'imputazione formulata nei suoi confronti era quella di aver applicato, nella sua veste di capo del team crediti del suo istituto, tassi usurari nei confronti dell'imprenditore, il quale si è costituito parte civile al processo.

Al termine di un'articolata istruttoria dibattimentale, gli avvocati difensori di Greco, Cesare Natalizio e Diego Mancini, sono riusciti a demolire l'impianto accusatorio e a dimostrare l'estraneità del loro assistito, evidenziando che la Banca del Fucino, come altri cinquanta istituti bancari italiani, affida le procedure di elaborazione e di controllo dei tassi di interesse a un servizio gestito da un'importante società specializzata, che aveva certificato la regolarità delle condizioni contrattuali.

Il tribunale di Frosinone (presidente Giuseppe Farinella) ha accolto le tesi difensive pronunciando una sentenza di piena assoluzione per non aver commesso il fatto.
Il direttore Bruno Greco, ringraziando gli avvocati Natalizio e Mancini, ha espresso la sua comprensibile soddisfazione per l'esito favorevole di una lunga e complessa vicenda giudiziaria, iniziata nell'ormai lontano 2012, che avrebbe potuto ledere la sua immagine umana e professionale.