"Furbetto del cartellino" torna in libertà con obbligo di firma. La decisione è arrivata ieri pomeriggio, dopo l'interrogatorio e l'udienza di convalida per il dipendente Asl arrestato nei giorni scorsi per truffa aggravata e posto ai domiciliari.

Le indagini della polizia del Commissariato di Cassino, guidato dal vice questore Giovanna Salerno, hanno permesso di ricostruire le abitudini del cinquantanovenne, assunto nel 2019 dalla Asl come usciere e poi trasferito a Pontecorvo, ma di fatto rimasto a Cassino. E monitorato dalla polizia per molti mesi.

Le indagini
Secondo il quadro accusatorio, il dipendente Asl avrebbe timbrato il cartellino per fare spese o addirittura come accertato dalla polizia coordinata dal pm Siravo a casa. Per mesi sono state condotte accurate indagini a seguito delle quali gli agenti della Polizia di Stato sono riusciti a sorprenderlo in flagranza mentre, dopo aver timbrato, si allontanava indisturbato dalla struttura nella quale avrebbe dovuto prestare servizio. Un arresto giunto a conclusione dei ripetuti servizi di osservazione e di pedinamento, supportati anche da documentazione fotografica. Nell'auto guidata dall'uomo gli agenti hanno rinvenuto e sequestrato banconote per un totale di 3.400 euro, riposte in un borsone nascosto nel vano portabagagli nello spazio riservato alla ruota di scorta.
Denaro di cui non ha fornito spiegazioni.

La sentenza
La difesa dell'uomo, rappresentato dall'avvocato Ernesto Cassone, ha sottolineato come fossero insussistenti i motivi fondanti della reiterazione del reato o del pericolo di fuga tali da giustificare la misura dei domiciliari. Il denaro, poi, sarebbe stato il frutto di un finanziamento appena concesso. Il suo assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ascoltate le tesi difensive, il gip Sodani poco dopo le 17.30 ha disposto la remissione in libertà dell'uomo con obbligo di firma.