La vigilia di Natale del 2020 qualcosa comincia a rompersi nell'iter di espletamento del concorso per l'assunzione di 70 collaboratori amministrativi della Asl di Latina, quello appena annullato dal manager Silvia Cavalli.
La vacatio
Il pomeriggio del 24 dicembre, con una mail, si dimette uno dei componenti la commissione d'esame del concorso, Antonello Di Gregorio, un giovane funzionario amministrativo di Fondi. Il motivo? Carenza di rappresentanza della Asl di Viterbo che pure era tra gli enti titolari del concorso. La sera stessa il direttore generale Giorgio Casati e il direttore amministrativo Claudio Rainone firmano una delibera nella quale prendono atto della richiesta di sostituzione giunta via mail da Di Gregorio e nominano un altro componente, Luciano Corinti, della Asl di Viterbo, appunto. Quattro giorni dopo, il 28 dicembre, gli esami scritti possono regolarmente iniziare e si va avanti fino al 30 con un concorsone (uno dei pochissimi di quella entità svolti in era covid) che conta 2.906 candidati e 100 dipendenti dell'azienda impiegati in attività di supporto e vigilanza dei locali adibiti al test.

La ricostruzione
Tutta la vicenda viene minuziosamente ricostruita nella delibera di venerdì con cui il nuovo direttore della Asl, Silvia Cavalli, ha revocato gli atti del concorso. Dunque ci fu un componente della commissione d'esame che gettò la spugna proprio un attimo prima che iniziassero gli esami per quelli che restano «motivi personali» imprevisti. Ma è durante la prova che emergono già i primi guai, fatti rilevare già nei verbali, per la precisione in un allegato tecnico dove «viene riportato che per alcuni dipendenti, addetti all'attività di vigilanza... erano note situazioni di eventuale incompatibilità per parentela o di conflittualità di interesse». Pur volendo sorvolare sulla surreale decisione di non fare test su elementi di informatica e lingua inglese, previsti dal bando, c'è un che di sospetto possibile dal primo momento in tutta questa vicenda, come peraltro viene adesso sottolineato dalla stessa azienda sanitaria.

Il peso dell'inchiesta
È stato comunque l'arrivo della Guardia di Finanza negli uffici direzionali a cambiare la sorte di quel concorso in modo praticamente irrimediabile: il 19 gennaio il Nucleo di polizia tributaria acquisisce la documentazione relativa a tutto il concorso e viene aperto il fascicolo sulle responsabilità penali. A quel punto lo scandalo è sotto gli occhi di tutti e la Regione Lazio appare infastidita, tanto che il 10 febbraio la Direzione Salute, con una nota formale, chiede di «fornire puntuale relazione» nonché di «sospendere il concorso fino a successiva diversa determinazione regionale, fermo ogni diverso provvedimento di autoannullamento da parte dell'azienda».

Le verifiche interne
Parte quel giorno l'inchiesta interna che, il 20 aprile scorso, si completa con un parere legale, oggi agli atti della Asl. La relazione finale viene inviata dalla Direzione Salute della Regione al manager Cavalli il 27 aprile e nelle stesse ore si dimette l'ormai ex direttore amministrativo, Claudio Rainone, che ha firmato tutti i documenti inerenti il concorso e ne ha sempre difeso la correttezza, anche con dichiarazioni pubbliche. La Regione il 27 aprile aveva concluso per una revoca e così è stato il 29 aprile. Dal punto di vista procedurale la revoca è stata possibile grazie al fatto che il concorso non si è ancora concluso, cioè non c'è stata la nomina dei vincitori, quindi si è di fronte a quello che in gergo viene chiamato il «ritiro degli atti di gara». Va ricordato che la graduatoria finale sarebbe servita per il fabbisogno delle Asl di Latina, Frosinone e Viterbo.

Controllori e controllati
Molte cose hanno pesato su questa decisione, in primis i familiari controllori dei loro congiunti (stretti) e poi l'aver omesso quiz di inglese ed informatica che, oggettivamente, sarebbero stati funzionali (diciamo essenziali) a selezionare i migliori collaboratori del futuro, tanto più che la pandemia ha imposto un'accelerazione nella svolta digitale dei servizi e del lavoro. Aver omesso la tecnologia da un concorso del genere appare fuori luogo e sicuramente fuori tempo. La decisione della Asl arriva quasi in contemporanea con un'accelerazione dell'inchiesta circa le responsabilità penali che eventualmente emergeranno nell'informativa della Guardia di Finanza. Al momento non è invece ancora chiusa l'inchiesta interna. Per esempio non si sa se né quando la Asl prenderà provvedimenti circa la presenza di parenti di candidati il giorno della prova in veste di vigilanti. Il fatto che tale circostanza venga richiamata in delibera lascia ipotizzare almeno un qualche provvedimento disciplinare o richiamo, anche se non è parte del provvedimento sul concorso.

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