Al momento non è stato accertato nessun contagio specifico nella nostra provincia ma l'allerta resta al massimo livello perché tutti temono l'arrivo, dopo quelli della inglese e della brasiliana, anche della variante indiana che sta mietendo vittime nello stato asiatico. E non potrebbe essere altrimenti visto che lungo tutto il litorale pontino è radicata la seconda comunità sikh per dimensioni in Italia: oltre 15mila persone censite dall'Istat.

Una comunità in cui si sono già riscontrati almeno 275 positivi a partire dal 1 marzo (di cui 37 alunni in scuole di Sabaudia, Pontinia e Latina), soprattutto alla mutazione inglese del Covid-19, e che adesso è ulteriormente sotto la lente delle istituzioni e della Asl di Latina a causa dei braccianti agricoli sikh giunti in territorio pontino con due voli dall'India nelle ultime due settimane. Circa 300 sul migliaio arrivato in Italia, come ha confermato una stima fatta dai responsabili della comunità indiana sinora incontrati dalla nostra Asl guidata da Silvia Cavalli.

Azienda sanitaria che adesso sta stringendo i tempi per cercare, come previsto dal provvedimento del ministro della Salute Roberto Speranza, di rintracciare questi lavoratori per sottoporli a tampone molecolare. «Il piano dei controlli è partito, in accordo con la Asl, non appena si è diffusa la notizia dell'elevato contagio in India - ha spiegato ieri il Prefetto di Latina Maurizio Falco -. Nella nostra provincia sappiamo che c'è una comunità indiana molto vasta così come sappiamo che in questo periodo sta partendo la campagna agricola di raccolta e quindi c'è la massima attenzione verso questi lavoratori. Stiamo anche diffondendo tutte le informazioni del caso all'interno della comunità indiana, sia tra i regolari che tra gli irregolari».

Domani partirà da Sabaudia uno screening ad hoc che proseguirà dal 7 maggio a Pontinia e in seguito a Terracina, San Felice Circeo e Fondi. «Chiediamo ai rappresentanti della comunità indiana e agli italiani che vivono o che lavorano con loro di sottoporsi ai test - ha aggiunto Falco -. Abbiamo chiesto ai capi della comunità di farsi portavoce di questa attività». Il Prefetto, in conclusione, ha poi assicurato: «Cercheremo di mettere in campo tutte le misure necessarie e di far comprendere anche agli irregolari che l'obiettivo è tutelare il diritto alla salute di tutti».

Nel frattempo, il direttore dell'Istituto Spallanzani di Roma Francesco Vaia ha reso noto che «i tamponi finora effettuati sulla comunità sikh della provincia di Latina sono risultati tutti negativi alla variante indiana. Stiamo continuando nella sorveglianza attiva e con gli esami dei tamponi, ma al momento zero casi di variante indiana». I campioni analizzati, però, non sono stati ufficializzati ma non si dovrebbe andare oltre la decina.
Anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha confermato che la variante indiana non è ancora sbarcata in provincia: «Al momento non è stata intercettata la sua presenza».

Ad essere presente, invece, è la mutazione inglese che è ormai diventata il nuovo primo volto del Covid per numero di contagi: ieri 83 i casi positivi annunciati dalla Asl provinciale che, nel bollettino quotidiano dell'emergenza sanitaria, ha aggiunto due decessi nel conto (pazienti residenti nel capoluogo e ad Aprilia) e, in riferimento alle ultime 24 ore, 6 ricoveri, 162 guarigioni e 2.465 vaccinazioni.