«Sono molto preoccupato per i prossimi mesi. La pandemia eliminerà molte certezze, porterà a nuove chiusure, quelle di attività commerciali della città prima impensabili. E in questa fase la criminalità organizzata, la più veloce perché in grado di possedere molte risorse subito disponibili, busserà alle nostre porte. Sembrerà voler aiutare i nostri commercianti, i nostri imprenditori, per poi "raccogliere i frutti", per inserire pian piano l'economia criminale nel nostro tessuto, innestandola nella nostra.

Questo è un problema reale nella nostra realtà che è una città di confine e che si struttura su una economia a vocazione commerciale. E i prossimi mesi saranno quelli più delicati, oltre che complicati». Il grido d'allarme è stato lanciato dall'assessore alla Cultura, Innovazione digitale e Comunicazione del Comune di Cassino, Danilo Grossi, non in una riunione tecnica e riservata a pochi. Ma all'interno di un contesto unico, quello dedicato alla presentazione delle quattro giornate del primo "Festival della Legalità" di Cassino, trasmesso sui social.

Una richiesta di aiuto dirompente, affinché tutte le istituzioni preposte facciano quadrato contro le infiltrazioni e contro lo spettro dell'usura. Ma anche un segnale: le istituzioni sono pronte a ingaggiare una delle battaglie più dure mai affrontate, già consapevoli della portata del compito a cui sono chiamate.
Già molte, anzi moltissime le saracinesche abbassate, le vetrine coperte con fogli di giornale, i cartelli con scritto "vendonsi" o "affittansi" un po' ovunque. Anche in pieno centro. Come se il Covid avesse già segnato, con un colpo di spugna, la direzione in cui stiamo andando. Invece, proprio dal Comune, arriva un grido d'allarme ma anche una promessa.

«Il nostro non è solo un grido d'aiuto, voglio che sia chiaro: noi ci siamo. L'obiettivo è quello di supportare attraverso una concreta collaborazione tra istituzioni, accanto alle forze dell'ordine, un percorso complesso che ci porterà da oggi e nei prossimi messi a monitorare senza sosta, come ribadito anche da Gianpiero Cioffredi, presidente dell'Osservatorio della sicurezza e della legalità del Lazio, la situazione a Cassino - ha continuato Grossi - E a non abbassare la guardia. Anche perché il lavoro svolto da carabinieri, polizia e finanza è già straordinario. Soprattutto le Fiamme gialle stanno conducendo utilissime attività mirate».

Così la presentazione delle quattro giornate (27, 28, 29 e 30 aprile) volute dall'associazione "Cassino Città per la Pace" - presieduta da Marino Fardelli - e rivolte soprattutto ai giovani ha cementificato la linea dura del Comune di Cassino che non ha alcuna intenzione di arretrare. Neppure di un passo. E che, attraverso una serie di progetti, è pronto a tendere la mano a commercianti e imprenditori "a rischio". Lo spettro dell'usura, ora più che mai, fa da contraltare alla crisi acuita dal Covid. Ma l'amministrazione è già in campo. E attraverso progetti di rinascita, come "Restart", punta sulla cultura (non solo della legalità) per poter dare nuova linfa a un territorio che sta per soffocare.

La storia di chi ce la fa
La definizione di "Cassino capitale dell'antimafia" per questi quattro intensi giorni di confronti e dibattiti con testimoni ed ospiti d'eccezione è stata proprio del presidente Cioffredi, che ha definito questo territorio come «un crocevia di rilievo, dal punto di vista dello scenario criminale, con segnali importanti di infiltrazione nell'economia: ecco il valore di questo Festival. Segno che la mafia non è un fenomeno il cui contrasto è delegato solo alle forze di polizia». Combattere le infiltrazioni, proprio ora che la pandemia ha acuito una crisi già esistente, vuol dire offrire agli attori del vivere civile di oggi e a quelli di domani i giusti strumenti per dire basta. Si parte martedì con l'anteprima e l'incontro con Natale Giunta. Borsellino, Falcone, Chinnici, Ingroia, Angelosanto, Grasso accanto a magistrati, avvocati e associazioni saranno in campo per raccontare un'altra storia. Quella di chi ce la fa.