Schiuma bianca e moria di pesci nel Fosso Meringo, in territorio di Pofi: i carabinieri hanno aperto un fascicolo e sono in corso indagini e verifiche in collaborazione con l'Arpa Lazio. Attraverso i traccianti colorati immessi nei pozzetti anche di aziende del luogo, si sta verificando l'eventuale presenza di scarichi abusivi nel torrente. Ieri mattina, il confronto fra il sindaco Tommaso Ciccone, il comandante della locale stazione dei carabinieri Sergio Graziani e il comandante della Polizia locale Paolo De Santis, che hanno fatto il punto della situazione a distanza di alcune settimane dall'anomala presenza di schiuma e pesci morti nel Fosso Meringo.

A fine marzo, infatti, alcuni cittadini segnalarono prima la schiuma, poi la moria di pesci nelle acque del fosso in territorio di Pofi. Subito, il sindaco Tommaso Ciccone allertò i vigili urbani, i carabinieri della stazione cittadina e l'Arpa, che effettuarono un sopralluogo seguito dai rilievi. Furono riscontrati schiuma sulla superficie delle acque, pesci morti ed esalazioni nauseabonde.
Da qui l'avvio delle indagini e l'apertura di un fascicolo.

«Esprimo sdegno e condanna per il grave episodio verificatosi alcune settimane fa ai danni del Fosso Meringo, dell'ambiente e della salute pubblica dice il sindaco Ciccone Tengo a precisare che subito dopo la segnalazione dei cittadini sulla presenza di schiuma nel torrente mi sono attivato richiedendo l'intervento di vigili, carabinieri e Arpa, sono state effettuate verifiche.
Comunque i controlli sono ancora in corso, il proficuo coordinamento fra Comune e Forze dell'Ordine è attivo, eventuali responsabilità saranno accertate e i colpevoli pagheranno.

Purtroppo gli scarichi abusivi nel fiume generano danni a lungo termine con ripercussioni, non solo sugli artefici di simili gesti, ma anche sulle loro famiglie e sui loro futuri nipoti. È scandaloso e assurdo tuona Ciccone che ancora si verifichino simili disastri con gravi danni per l'ambiente e la salute dei cittadini».

Dunque, una profonda ferita è stata inferta al patrimonio naturale locale, i danni arrecati dall'assurdo gesto sono visibili e comunque sono ancor più gravi quelli non visibili che rischiano di compromettere l'ecosistema della zona. Ora, si attendono gli esiti dei controlli.