Il primo trimestre del 2021 inizia peggio di come era finito quello del 2020, per Cassino Plant. Tutti gli stabilimenti italiani del gruppo Stellantis fanno meglio rispetto allo scorso anno, con una crescita complessiva di oltre il 30%, non quello pedemontano.

Nonostante lo scorso anno a marzo la produzione si sia completamente bloccata a causa del lockdown, nei primi tre mesi dell'anno erano poco più di 12.000 le vetture sfornate dalla fabbrica all'ombra dell'abbazia.
Quest'anno superano di poco le 10.000 unità. Cassino è, insomma, il sito che fa peggio e preoccupa, non poco, i vertici lavoratori e sindacati.

Lo ha detto a chiare lettere il segretario della Fim-Cisl Fernando Uliano che ieri mattina illustrando in conferenza stampa il report del primo trimestre ha spiegato: «Lo stabilimento di Cassino è lo stabilimento con il peggior risultato produttivo rispetto al 1° trimestre del 2020. Il peggioramento è del -17% rispetto al risultato già negativo dell'anno scorso causato dalla pandemia. Ad influire pesantemente è lo stop a fine 2020 della produzione. Le produzioni di Giulia e Stelvio si attestano a 10.566 unità; è dal 2017 che continua la flessione sui volumi produttivi dello stabilimento di Cassino. Attualmente lo stabilimento del Cassinese è al 10%-15% della propria potenzialità produttiva e, come già previsto, il 2021 vedrà la situazione produttiva peggiorare ulteriormente, venendo a mancare la produzione della Alfa Romeo Giulietta».

Spiega Uliano: "Per tutto il 2021 continuerà l'utilizzo di ammortizzatori sociali per mettere in sicurezza l'occupazione, che nel corso dell'ultimo anno e mezzo si è ridotta di 900 lavoratori, passando da circa 4.300 a 3.400. Sono mediamente 500 i lavoratori giornalmente in cassa integrazione, che si alternano in rotazione, a cui bisogna aggiungere circa 23 giorni di chiusura collettiva con Cassa Integrazione che ha riguardato tutto l'organico nei primi tre mesi del 2021».

Poi il segretario tocca il punto cruciale: «Naturalmente la situazione sta avendo pesanti riflessi sull'indotto dello stabilimento». A tal proposito ha detto che nell'incontro previsto il 15 aprile con il Ceo di Stellantis Carlos Tavares verranno chieste delucidazioni su quelle che sono le intenzioni del Gruppo in merito a possibile internalizzazione dei servizi.

Tornando nello specifico su Cassino ha evidenziato: «Le produzioni di Giulia e Stelvio, vengono svolte su un unico turno centrale. C'è molta attesa sul lancio produttivo del nuovo suv Maserati Grecale per una prima ripartenza dei volumi produttivi, anche se non sarà sufficiente ad azzerare l'uso degli ammortizzatori sociali. Sono state già prodotte le prime pre-serie e il job one è previsto per il mese di ottobre, quindi la situazione di sofferenza nei volumi produttivi continuerà per tutto il 2021. Sempre nel corso di quest'anno ci saranno i restyling su Giulia e Stelvio, che potrebbero dare nuovo slancio ai due modelli. Con il Maserati Grecale approderà a Cassino anche la piattaforma premium con motorizzazione ibrida che consentirà successivamente, probabilmente nel 2022, di svilupparla anche sugli altri due modelli di Alfa Romeo».

In conclusione Uliano sottolinea: «La situazione dello stabilimento di Cassino è certamente quella più in sofferenza in termini di volumi e i futuri piani industriali di Stellantis dovranno prevedere un forte investimento in nuovi prodotti, per caratterizzare e rafforzare ancor di più questo stabilimento e il gruppo nel settore premium». Il vero problema, come ha sottolineato a più riprese il sindacalista, è che oggi il sito pedemontano lavora al 15% delle sue possibilità e non si intravedono possibilità di saturare lo stabilimento con il Suv Grecale come unico nuovo modello.

Non ha mancato di mettere in evidenza le altre criticità: «Stiamo sollecitando il governo a svolgere un ruolo positivo e attivo per il rafforzamento della presenza del settore dell'auto nel nostro Paese, con particolare attenzione al gruppo Stellantis. Questo sia per l'importanza che un settore come quello dell'automotive rappresenta in termini occupazionali e tecnologici, ma anche per un indirizzo di attenzione delle risorse del Recovery Plan in favore della tradizione ecologica e della mobilità sostenibile».