Mauro Buschini si è dimesso da presidente del consiglio regionale del Lazio. La vicenda che ha portato al passo indietro di Buschini è legata al concorso del Comune di Allumiere, in provincia di Roma, dal cui elenco-idonei il consiglio regionale e altri enti pubblici hanno proceduto a ventiquattro assunzioni definitive. Si tratta soprattutto di collaboratori fiduciari di esponenti del Partito Democratico. Il caso cosiddetto delle "assunzioni sprint". Ieri mattina Buschini ha formalizzato le dimissioni dopo un confronto con Zingaretti prima e con Leodori dopo.

Non si è fatta attendere la pressa di posizione del centrodestra con Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia che ha chiesto espressamente le dimissioni di tutto l'ufficio di presidenza: «Chi pensa di risolvere la vicenda delle assunzioni alla Regione con le dimissioni di Buschini, sappia che non se la caverà in questo modo. Appare curioso che la Regione Lazio non abbia istituito fin qui una "commissione trasparenza", presente in tutti gli enti locali e presieduta dall'opposizione, che avrebbe potuto garantire procedimenti amministrativi più corretti rispetto alle decisioni assunte unanimemente dall'ufficio di presidenza».

Il terremoto si è fatto sentire anche a livello provinciale, con i big che hanno espresso apprezzamento per l'atto di Buschini. Ma i nervi restano scoperti.

La lettera di Mauro Buschini

"Care amiche e amici,
negli ultimi giorni il Consiglio regionale del Lazio e la mia persona sono state vittime di attacchi senza fondamento e di speculazioni politiche e mediatiche. La vicenda è relativa a decisioni dell'Ufficio di Presidenza che hanno portato all'assunzione di nuovi dipendenti nel nostro ente. Come sapete ho sempre lavorato nel pieno rispetto della legge, delle istituzioni e nella massima correttezza. Ribadisco che la procedura è stata non solo regolare, ma pienamente trasparente, come è stato unanimemente riconosciuto.
Ho deciso di rassegnare le mie dimissioni da Presidente per garantire al mio successore di nominare in piena autonomia i membri della Commissione trasparenza che ho fortemente voluto e che, sono sicuro, confermerà la correttezza della procedura.
È una decisione che ho maturato per la passione e la serietà con la quale ho ricoperto il mio ruolo e che ho deciso di prendere per il rispetto massimo che nutro per le istituzioni, i miei colleghi e i cittadini che da anni mi conoscono per la serietà e concretezza e che negli ultimi giorni mi esprimono il loro sostegno.
Continuerò con lo stesso entusiasmo di sempre a rappresentare le istanze dei cittadini e cercare di dare risposte alle aspettative di un territorio, al quale mi lega un profondo sentimento di amore.
Grazie alle tante persone, ai colleghi ed agli amici che mi sono state vicine in queste giornate per me durissime dal punto di vista personale. Chi mi conosce sa che non sono abituato a questo tipo di polemiche e quindi la vostra vicinanza è stata ed è per me molto preziosa. Grazie alla mia famiglia ed al loro affetto, a Francesca, una grande donna che ho la fortuna di avere come compagna di vita".

Un atto di "amore verso il Consiglio". Non una resa. In una missiva inviata ai consiglieri regionali, e che l'agenzia Dire ha potuto visionare, Mauro Buschini ha spiegato le ragioni delle sue dimissioni da presidente del Consiglio regionale del Lazio.

"Negli ultimi giorni si e' discusso, soprattutto negli organi di informazione, delle deliberazioni dell'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale in materia di personale, che ha portato all'assunzione di nuovi dipendenti nel nostro ente, attraverso lo scorrimento di graduatorie provenienti da concorsi svolti dai comuni. Una procedura che ha rispettato nel suo percorso le norme nella loro interezza", inizia la lettera.

"Pur tuttavia - continua Buschini - ho ritenuto di proporre alla Conferenza dei Capigruppo l'istituzione di una ‘Commissione Trasparenza', presieduta da un esponente dell'opposizione, che duri fino alla fine della legislatura e che possa affrontare tutti i temi rispetto ai quali ci sia necessita' di approfondimento, a partire dalle assunzioni dei dipendenti."

"Dopo il percorso di aula, che spero dia molto contenuto nella tempistica, sara' compito del Presidente del Consiglio regionale, seguendo le indicazioni dei gruppi consiliari, nominare i membri della commissione con proprio decreto".

In questo passaggio ci sono le ragioni dell'esponente del Pd di Frosinone di lasciare il proprio incarico: "Ritengo a garanzia di totale imparzialita' e trasparenza, che a decretare questa commissione ci sia un altro presidente."

"Non vivo questa scelta come una resa, ne' come un'azione dettata da impulsivita' sotto la pressione delle polemiche di questi giorni, ma come un atto di amore verso questa istituzione, per aiutare a fare chiarezza e garantire prestigio al nostro Consiglio e al nostro lavoro. Sono certo che apprezzerete questo gesto, che ritengo giusto per chi rappresenta e vive le Istituzioni".

di: La Redazione