La Quaresima del Covid prosegue anche dopo la Pasqua. E promette di durare a lungo. I numeri della campagna vaccinale descrivono una guerra, quella contro il virus, nella quale all'esercito rischiano continuamente di mancare le munizioni. Dopo che i rifornimenti si sono spesso bloccati, facendo accumulare ritardi inaccettabili in tempi di pandemia. Per portare il sistema sanitario italiano a somministrare 300.000 dosi al giorno occorrono 2.100.000 fiale.

Se poi si vuole toccare quota 500.000, allora si deve arrivare a 3.500.000. L'obiettivo del generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario dell'emergenza Covid, è questo. Ma ad aprile appare difficile da raggiungere se non si aumentano di tanto i giri del motore. «Ci servono più dosi», dice l'assessore regionale alla sanità Alessio D'Amato, ieri a Frosinone per visitare i centri vaccinali e il pre-triage del Pronto Soccorso. Con lui Pierpaola D'Alessandro, direttore generale della Asl di Frosinone. Entrambi in campo, anche nel giorno di Pasquetta.

Il giorno numero 400 dall'inizio dell'epidemia in provincia di Frosinone: primo caso registrato il due marzo 2020. Da allora il virus in Ciociaria ha contagiato 28.006 persone e spezzato 531 vite. Tasso di letalità all'1,89: vuol dire è morta una persona ogni 53 (52,74) che hanno contratto la malattia. La fine dell'inferno può avvenire con quella che i virologi e gli epidemiologi chiamano "immunità di gregge". Nel Lazio potrebbe arrivare a settembre. Ma, come ripete lo stesso assessore D'Amato, «ci servono più dosi».

Un sistema che funziona
Alessio D'Amato è rimasto colpito dall'organizzazione dei centri vaccinali allestiti al Fabrizio Spaziani di Frosinone e a Ceccano. Ma anche dalla struttura di pre-triage e dal Pronto Soccorso. Giornata intensa di vaccinazioni anche nel giorno di Pasquetta. In provincia di Frosinone ieri mattina si era arrivati a quota 81.447 dosi di vaccino somministrate. E 22.921 persone che avevano completato il percorso, nel senso che hanno ottenuto anche la seconda dose. Il 4,68% della popolazione ciociara. Una percentuale significativa se si considera il ritmo imposto dalla Asl, ma ancora troppo bassa se si guarda all'immunità di gregge. Cioè alla fine dell'incubo.

Alessio D'Amato arriva a Frosinone alle 9.45, in anticipo di quindici minuti. Pierpaola D'Alessandro lo conduce nella sala teatro della Asl di Frosinone, messa a disposizione delle persone che devono ricevere la seconda dose di vaccino. Distanziamento rispettato, medici e infermieri che iniettano una dose ogni sette minuti. L'organizzazione della dottoressa Gabriella Calenda, responsabile del servizio di vaccinazione, è impeccabile. D'Amato saluta il dottor Enrico Donfrancesco, che è tra i medici tornati in servizio per dare una mano, anche se in pensione. L'assessore regionale si rende conto che lo spirito di squadra è quello giusto. Non allenta la concentrazione neppure per un attimo. Poi dice: «Potremmo somministrare il triplo delle dosi, ma il fatto è che mancano». Spiega: «Non è vero che abbiamo ricevuto più dosi di altre regioni. Il Lazio conta il 10% della popolazione nazionale e ha diritto quindi al 10% dei vaccini. A dire la verità ne abbiamo ricevute di meno». Poi argomenta: «Viaggiamo ad un ritmo di 27.000 dosi al giorno, ma davvero potrebbero somministrarne il triplo se ne avessimo di più. L'obiettivo è arrivare in tempi rapidissimi a 50.000 somministrazioni al giorno, ma tutto dipende dai rifornimenti. Teniamo presente che sarà prezioso il contributo delle farmacie. Quando prevediamo di raggiungere nel Lazio l'immunità di gregge? Entro la fine di agosto contiamo di aver vaccinato 4.000.000 di nostri concittadini. In questo caso a settembre potremmo raggiungere l'immunità di gregge».

Il bilancio
Continua D'Amato: «Qui c'è una buona organizzazione e una bella squadra all'opera. Ho visto operatori motivati e il fatto che tanti medici in pensione stiano dando una mano a vaccinare è un gran segnale. Nel Lazio dall'inizio abbiamo puntato sul modello israeliano, quello per fasce di età. Sta funzionando bene, stiamo proteggendo i nostri anziani e le persone fragili. Il Lazio ha un tasso di letalità più basso rispetto a regioni come la Lombardia e l'Emilia Romagna. E sul fronte delle vaccinazioni stiamo andando meglio di tante altre realtà. Naturalmente questa non è una competizione, ma i numeri dicono che il nostro lavoro sta dando risultati. Siamo partiti dagli anziani e per la terza settimana di aprile contiamo di aver vaccinato tutti gli over 80». Pierpaola D'Alessandro aggiunge: «Abbiamo somministrato quasi 82.000 dosi, più di 22.000 delle quali di richiamo. Sono numeri importanti, ma siamo consapevoli che occorre aumentare ancora. Nascerà un nuovo centro vaccinale da affiancare a quelli già operativi.

Dove? Stiamo valutando Torrice e Piedimonte San Germano come sedi. Siamo determinati ad andare avanti in questo modo. Ma l'assessore ha ragione. Abbiamo bisogno di più dosi di vaccino». Nel corso della mattinata Alessio D'Amato, sempre accompagnato da Pierpaola D'Alessandro, ha fatto un sopralluogo anche alla struttura pre-triage del Pronto Soccorso dello Spaziani, dove il primario Fabrizio Cristofari gli ha illustrato l'organizzazione del servizio. Quindi visita anche al centro vaccinale di Ceccano. Al termine della mattinata D'Amato dirà: «Tutto si sta svolgendo regolarmente, la campagna vaccinale prosegue anche nel giorno di Pasquetta. E pure in Ciociaria non ci si ferma». Sul profilo Linkedin Pierpaola D'Alessandro qualche ora dopo scriverà: «Un assessore instancabile D'Amato. Ha passato la Pasquetta con noi, con un saluto ai nostri vaccinatori. Una visita semplice di ringraziamenti e ci ha promesso che torna fra due settimane per inaugurare l'alta tecnologia a Sora e Cassino». Il riferimento è ai sistemi della Tac e delle Risonanze, appena installati.

Il tema dell'obbligo vaccinale
Abbiamo chiesto sia all'assessore regionale alla sanità Alessio D'Amato che al direttore generale della Asl Pierpaola D'Alessandro cosa ne pensano dell'obbligo di vaccinazione contro il Covid per il personale sanitario. Alessio D'Amato ha detto: «C'è una legge ora e va rispettata». Pierpaola D'Alessandro ha spiegato: «Io credo francamente che non sia opinabile. Noi siamo i primi a doverci affidare alla scienza e alle cure che ci offre allo stato della conoscenza che si trova. Senza se e senza ma».

I numeri della profilassi
Nella serata di ieri nel Lazio le dosi somministrate hanno raggiunto quota 1.160.000, 17.500 in giornata. Le persone che hanno completato l'intero percorso (due dosi) sono 333.100. In provincia di Frosinone le dosi somministrate sono 83.000. In mattinata erano 81.447. Anche questo numero dà il senso del ritmo al quale si procede. Dalla mezzanotte di mercoledì 7 aprile nel Lazio si aprono le prenotazioni per gli anni 65 e 64, vale a dire le persone nate nel 1956 e nel 1957. L'obiettivo immediato è arrivare a 30.000 somministrazioni al giorno. Le prenotazioni in Ciociaria, alla data di ieri, sono 74.627. Nei centri vaccinali di Frosinone, Cassino, Sora, Alatri, Ceprano e Veroli (presso la Città Bianca) viene somministrato il vaccino Pfizer. Mentre ad Anagni, Ceccano, Pontecorvo e Atina c'è AstraZeneca. Il 20 aprile è previsto l'inizio della distribuzione nelle farmacie del vaccino Johnson&Johnson. In provincia di Frosinone ci sono 165 farmacie. Si prevede che saranno 90 quelle che aderiranno alla campagna vaccinale. Ogni farmacia somministerà 20 dosi al giorno. Per un totale potenziale di 1.800 ogni ventiquattro ore. Per quanto riguarda l'intera macchina della profilassi della provincia di Frosinone, l'obiettivo della Asl è quello di arrivare a 100.000 dosi somministrate per la fine di aprile.

La pressione sugli ospedali
Resta molto alta. Ieri Pierpaola D'Alessandro ha ricordato che si è arrivati nei giorni scorsi a 1.200 ricoverati nella rete sanitaria della provincia di Frosinone. E 450 erano pazienti Covid. Ha detto il manager della Asl: «Non siamo mai andati in affanno però. E questo grazie ad un lavoro continuo sull'organizzazione, che ci consente anche di recuperare ulteriori posti letto. I pazienti defluiscono bene a seconda del livello di gravità della malattia. E in questa fase di enorme pressione è significativo il fatto che non abbiamo ambulanze in attesa ai Pronto Soccorso. Come invece era capitato nei mesi scorsi».

In questo momento la pressione sugli ospedali si è leggermente abbassata (1.056 le persone ricoverate, 405 sono pazienti Covid e 651 no Covid). Ma rimane notevole. Ieri è iniziata la cinquantanovesima settimana dall'inizio della pandemia. La cinquantottesima si era conclusa nel giorno di Pasqua. Questo l'andamento completo: 60 casi il ventinove marzo, 124 il trenta, 149 il trentuno, 177 il primo aprile, 149 il due, 100 il tre, 122 il quattro. Per un totale di 881 nuovi contagi: media di 125,85 al giorno. Queste le medie delle ultime settimane: 192,57 nella cinquantaduesima, 226,71 nella cinquantatreesima, 247,7 nella cinquantaquattresima, 191,71 nella cinquantacinquesima, 149,29 nella cinquantaseiesima.