Da lunedì sera è ufficiale: il vaccino contro il Covid potrà essere somministrato anche nelle farmacie.
L'annuncio è arrivato nella serata da parte del ministro della Salute Speranza. Che ha dichiarato: «Ho firmato il protocollo con Regioni e farmacisti per far partire in sicurezza le vaccinazioni Covid nelle farmacie del nostro Paese. La campagna di vaccinazione è la chiave per chiudere questa stagione così difficile – ha commentato Così si fa un altro passo avanti per renderla più capillare». La notizia è stata accolta con grande soddisfazione dalla categoria dei farmacisti, che da tempo, per la verità, sollecitavano l'ado zione di un provvedimento del genere da parte del Governo.

«Siamo entusiasti e pronti a fare la nostra parte nella campagna di vaccinazione – ha dichiarato Riccardo Mastrangeli, presidente dell'Ordine dei Farmacisti della provincia di Frosinone e componente del Consiglio nazionale della Federazione dello stesso Ordine e del Comitato scientifico della Fondazione Cannavò – La decisione del Governo rappresenta un punto quanto mai importante nella lotta al virus per uscire al più presto dalla pandemia. Per la nostra categoria si prospettano una serie di responsabilità alle quali saremo ben felici di far fronte».

Come stanno rispondendo i farmacisti della provincia alla decisione del Governo Draghi?
«A quanto mi è dato sapere c'è una grossa risposta da parte dei colleghi che hanno tutti una grande voglia di dare il loro apporto in questa guerra contro il Covid. Ad oggi posso dire che la stragrande maggioranza delle farmacie della provincia sono pronte per trasformarsi anche in presidi dove somministrare i vaccini. Come presidente dell'Ordine ho già ricevuto parecchie telefonate di colleghi che chiedono informazioni e che si dicono pronti a questa nuova avventura. C'è grande effervescenza nei farmacisti e questo fa ben sperare per la riuscita del piano nazionale. Del resto, per uscire dall'emergenza sanitaria è indispensabile arrivare al più prestoall'immunità di gregge e permettere alla popolazione di vaccinarsi anche nelle farmacie costituisce un decisivo passo in avanti per accelerare i tempi e giungere a questo traguardo nel più breve tempo possibile».

Quando sarete operativi?
«Il provvedimento è di ieri (lunedì, ndr) e stanotte è stato firmato un protocollo d'intesa tra Governo, Regioni e Ordine dei Farmacisti. Tale atto contiene le linee guida nazionali ma adesso toccherà ad ogni singola Regione emanare un Piano operativo da applicare sul proprio territorio. In Liguria l'ente regionale ha già predisposto il documento, nel Lazio speriamo che ciò possa avvenire nel giro di pochi giorni, auspichiamo fra oggi e domani. A quel punto dovremo applicare le procedure previste nel Piano adeguando, laddove necessario, le farmacie al nuovo scopo e poi bisognerà aspettare l'arri vo delle dosi del vaccino Johnson&Johnson, l'unico che potrà essere somministrato in farmacia».

Perché solo il Johnson&Johnson?
«È una questione tecnica. I vaccini Pfizer e Moderna hanno una maneggiabilità ridotta, visto che per essere conservati hanno bisogno di frigoriferi con temperature di meno 80 gradi, mentre le nostre farmacie sono attrezzate con frigo fino a meno 18 gradi, che per il Jhonson&Jhonson vanno bene. Ecco spiegato il motivo».

A quando, quindi, le prime vaccinazioni?
«Contiamo di iniziare per fine aprile, anche se la speranza è che si possa cominciare un po' prima.
Purtroppo, arriviamo tardi: in altre nazioni i Governi hanno autorizzato le vaccinazioni nelle farmacie già da alcuni mesi, in Israele addirittura da oltre 4. Però non dobbiamo scoraggiarci e, anzi, dobbiamo rimboccarci le maniche e cercare, tutti insieme, di recuperare il tempo perduto».

Quando sarete pienamente in attività quanti vaccini contate di poter somministrare giornalmente?
«La media potrebbe essere di una dose ogni 15 minuti e quindi 4 all'ora. Al momento in Italia, attraverso l'utilizzo di tutti gli spazi disponibili, la media è di circa 230mila vaccini al giorno. Il premier Draghi, 
per arrivare all'im munità di gregge al più presto, possibilmente entro ottobre, ha posto come obiettivo la quota di 500mila vaccini al giorno. In Italia ci sono 19.700 farmacie e pertanto, calcolatrice alla mano, se ognuna di esse riuscisse a somministrare 13 dosi al giorno si arriverebbe senza problemi a 256mila e di conseguenza all'obiettivo governativo. In realtà, sipotrebbe anche andare oltre dato che nelle otto ore di turno si potrebbe arrivare anche ad oltre 20 vaccini quotidiani. Ma ci atterremo alle disposizioni del Governo».

Detto dell'entusiasmo dei farmacisti, come stanno invece reagendo i cittadini alla notizia di potersi vaccinare anche da voi?
«Molto bene. In tanti ci chiedono, e lo facevano anche nelle passate settimane, quando potranno prenotare il loro vaccino. Molti i contatti ricevuti a dimostrazione che la gente ha voglia di tornare alla normalità ed ha capito ormai che l'unica strada percorribile è quella della vaccinazione di massa. Inoltre, i dati giornalieri dimostrano che il virus non è affatto scomparso, anzi è presente più che mai fra noi e va combattuto senza risparmio di energie e rispettando tutte le misure di sicurezza. Circa 400 morti al giorno di media per colpa del Covid sono una mostruosità. E' una cifra enorme, una verastrage alla quale si può mettere fine solo con il vaccino. E questo, magari con un po' di ritardo rispetto adaltri Paesi, lo hanno compreso anche gli Italiani. Ci aspettiamo pertanto, ora che il Governo ha aperto alle farmacie la possibilità di vaccinare, un'ade sione massiccia e anche molto rapida».

Al di là dei vaccini, come avete vissuto finora la pandemia?
«Le farmacie sonoda sempre in prima linea. Siamo front-line e siamo orgogliosi di esserlo, al fianco dei cittadini. Noi siamo sempre aperti e siamo a contatto diretto con la cittadinanza. Nei nostri locali entrano tutti, siamo molto esposti al rischio dei contagi. Non a caso la nostra categoria ha pagato un prezzo altissimo al Covid».