Slittato al prossimo 8 giugno l'inizio del dibattimento del processo che vede sotto accusa, per peculato e voto di scambio sulla questione dei contributi ai poveri, il sindaco di Monte San Giovanni Campano, Angelo Veronesi, l'assistente sociale del Comune Anna Abballe, il responsabile dei servizi sociali Paolo Nozori e due cittadine.

L'udienza in programma ieri è stata rinviata per la necessità di contemperare l'esigenza di tutela della salute pubblica con quella della efficiente gestione dell'attività giudiziaria. Il rinvio al fine di evitare assembramenti in ragione anche del numero di parti.
Tutti, ricordiamo, sono stati rinviati a giudizio, c'era anche l'ex assessore Romanino Cimaomo, morto il 1 marzo scorso all'ospedale Umberto I di Roma, vittima del covid-19.

La vicenda
La storia del sussidio ai poveri in cambio del voto, parte dalla denuncia di Giancarlo Cinelli. Diverse in quel periodo le sollecitazioni in Comune da parte di cittadini indigenti che non avevano ricevuto il contributo. Nel 2016 la prima segnalazione, seguita da una denuncia agli uffici della Procura della Repubblica di Frosinone. Una vicenda, quindi, scoppiata proprio all'alba delle ultime elezioni per il rinnovo del consiglio comunale. Partendo dall'atto di querela, nel quale erano stati indicati i vari capi di accusa rivolti ad amministratori e impiegati comunali, gli inquirenti avevano aperto un fascicolo, come atto dovuto, e avviato pertanto le indagini.

Sindaco, assessore e dipendenti, stando alle accuse, si sarebbero limitati a raccogliere le domande, compilandole al posto dei cittadini, senza alcuna istruttoria e disponendo mediante determina il pagamento delle somme (da 250 a 600 euro).
Centodiciotto le domande anomale, alcune delle quali recanti firme apocrife dei diretti interessati o falsi stati di disoccupazione. Agli "indigenti" sarebbe poi stato chiesto di votare per la lista "Impegno Comune". Voto di scambio è infatti l'altro reato contestato. Nel collegio difensivo Filippo Misserville, Luigi Tozzi, Emiliano Caperna, Paolo Marandola e Marco Maietta. Parti civili il comitato civico Free Monte con l'avvocato Federica Nardoni, l'associazione La Ciocia con l'avvocato Silvio Bruni e Mara Fiore con l'avvocato Maria Luisa Ambroselli.