Ospedali sotto assedio. La terza ondata della pandemia, alimentata dalle varianti (inglese e brasiliana), sta determinando una pressione mai vista prima sulla rete sanitaria della provincia di Frosinone. Ieri quasi 1.000 ricoverati in totale (tra pazienti Covid e non Covid), tra i quattro ospedali e le cliniche private accreditate. Una giornata infernale. «Ma il sistema sta reggendo», dice Pierpaola D'Alessandro, direttore generale della Asl di Frosinone.

I numeri dell'assedio
I pazienti Covid ricoverati sono circa 360. Da ordinanza della Regione Lazio si può arrivare fino a 389 posti letto: 121 al Fabrizio Spaziani di Frosinone, 80 al Santa Scolastica di Cassino e 142 tra Ini Città Bianca, Villa Gioia e San Raffaele. Ma è chiaro che i posti letto attivati sono di meno. Anche se la Asl è pronta costantemente alla rimodulazione. Piene le Terapie intensive: 16 pazienti a Frosinone, 8 a Cassino. In totale 24 posti letto. Ma sono ricoverati anche 490 pazienti non Covid. Bisogna poi aggiungere altri posti letto nelle cliniche private. La giornata di ieri è stata caratterizzata anche da moltissimi accessi ai Pronto Soccorso.

Come del resto da diverse settimane a questa parte. Spiega Pierpaola D'Alessandro: «Oggi (ndr: ieri per chi legge) gestiamo il record di presenze in ospedale. Altissimo il ricorso ai Pronto Soccorso: grandissimo lavoro dei nostri professionisti. I contagi da Covid? Si è abbassata parecchio l'età media e diversi casi riguardano ragazzi con meno di venti anni. Le terapie intensive stanno lavorando a pieno regime. È partita anche la terapia monoclonale. E nessuno ha disdettato i vaccini. Sono molto orgogliosa della sede vaccinale di Ceccano: completamente nuova e più spaziosa sul modello hub, per eliminare i disagi ed accelerare le operazioni».

La situazione
In provincia di Frosinone ci sono anche 3.767 persone positive in sorveglianza domiciliare. Il che vuol dire che ci sono 4.127 attualmente positivi, considerando i 360 ricoverati. Cifre impressionanti, che danno la dimensione di un'emergenza mai vista prima. Però dall'inizio della pandemia ci sono state pure 19.881 guariti dalla malattia. Su 25.839 persone che hanno contratto il virus. Una percentuale di oltre il 76%. Afferma la D'Alessandro: «Registriamo anche diversi guariti da forme di Covid molto pesante. E questa è una notizia importante, perché significa che le cure funzionano bene. In provincia di Frosinone i numeri sono sostanzialmente stabili. La sanità avrebbe bisogno di una tregua. Ma non può essere questo il momento. Dobbiamo resistere e non mollare».

Il trend
L'analisi della D'Alessandro è giusta. La situazione è stabile. Non c'è stato (almeno finora) il picco, ma neppure quel calo dei contagi e dei decessi che ci si aspettava. Vale la pena di ricordare che sono trascorsi quattordici giorni dall'istituzione della zona rossa in tutta la provincia di Frosinone. Il 5 marzo Rt (l'indice di trasmissibilità) aveva raggiunto il valore di 1.31. Oggi è sceso, ma comunque resta sopra quota 1. Il 5 marzo i pazienti Covid ricoverati erano 247, dei quali 17 in terapia intensiva. Oggi siamo a circa 360, dei quali 24 in rianimazione. Vero che i posti letto sono stati aumentati, ma la pressione è cresciuta moltissimo. Poi c'è il fattore dell'incidenza.

Nel periodo 26 febbraio-4 marzo la Asl di Frosinone aveva accertato 1.330 nuovi casi positivi a Sars-CoV-2. Per un tasso di incidenza settimanale pari a 299 casi per 100.000 abitanti. Dal 27 febbraio al 5 marzo i casi erano stati 1.493, con un'incidenza di 312,997 ogni 100.000 abitanti, dal 6 al 12 marzo erano saliti a 1.738 e 364,360. Dal 13 al 19 marzo sono stati 1.500, con un'incidenza di 314,465. Quindi, seppur in discesa dal periodo precedente, ancora sopra il dato di 250 per 100.000 abitanti, parametro che fa scattare la zona rossa. Nella settimana del picco (2-8 novembre) l'incidenza era stata di 428,511. Analizzando l'incidenza giorno per giorno, sempre con un parametro settimanale, si scopre che la stessa è in discesa in provincia di Frosinone: 363,52 il quattordici marzo, 357,65 il quindici, 344,44 il sedici, 337,52 il diciassette, 333,54 il diciotto, 314,46 il diciannove, 290,77 il venti. Per la prima volta dopo tanti giorni è tornata sotto quota 300.

I profili delle curve
C'è anche un altro tipo di parametro: da lunedì a sabato della scorsa settimana i nuovi contagi erano stati 1.514. Da lunedì a sabato di questa settimana i nuovi casi sono stati 1.167. Una riduzione del 22,92%. Insomma, la curva scende ma non come ci si aspettava. E i numeri restano tutti da zona rossa. A marzo ci sono stati 4.448 contagi in venti giorni, per una media di 222,4 contagi ogni ventiquattro ore. I decessi sono stati 58: media di 2,9 al giorno. In tutto il mese di marzo 2020 i morti erano stati 25 e la media dei casi era di 13,8. Ma vediamo l'andamento dei contagi da ottobre ad oggi. Ad ottobre i nuovi casi erano stati 3.528, per una media di 113,8 al giorno. Poi il boom a novembre, con 6.588 contagiati. Per una media di 219,66 ogni ventiquattro ore. A dicembre 3.468 contagi, per una media giornaliera di 111,87. A gennaio i contagi in totale sono stati 3.144, per una media giornaliera di 101,42.

A febbraio ci sono stati finora 3.526 nuovi casi, per una media giornaliera di 125,92. Vuol dire che marzo 2021 è già il secondo mese per numero assoluto di nuovi contagi. Poi c'è la curva dei decessi. A marzo 2020 sono stati 25, ad aprile 23, a maggio 2, a giugno 8. Poi zero morti sia a luglio che ad agosto, 1 a settembre e 9 ad ottobre. A novembre sono stati 100: media di 3,33 al giorno. A dicembre 98 morti positivi al Sars-Cov-2. Per una media di 3,16 ogni ventiquattro ore. A gennaio 2021 si sono registrate 73 vittime in trentuno giorni. Una media di 2,35 ogni ventiquattro ore. Nel mese di febbraio i decessi sono stati lo stesso 73, ma in ventotto giorni. Media di 2,60 ogni ventiquattro ore. A marzo 2021 sono 58.