Lei, tredici anni all'epoca dei fatti, cieca e costretta a elemosinare. I genitori, la madre cinquantenne e il padre sessantenne, separati da tempo, sono finiti a giudizio. Il prossimo 6 ottobre si terrà la prossima udienza che si preannuncia una udienza fiume: saranno ascoltati la ragazzina, diventata ora maggiorenne, un esperto chiamato a verificare l'attendibilità del racconto della vittima quando è venuta alla luce la vicenda, e due testi della difesa. L'altro ieri è stato, invece, sentito un carabiniere che aveva raccolto la denuncia nel 2015.

La ricostruzione
Dopo la denuncia e le indagini sono stati rinviati a giudizio, con vari capi d'imputazione, i genitori, la madre residente a Pico, e il padre di Pontecorvo. Oltre all'accusa di maltrattamenti, sarebbe stato accertato che la donna sfruttando le precarie condizioni di salute della ragazzina, l'avrebbe costretta in varie occasioni a chiedere l'elemosina tra Montecassino e Pontecorvo.

Sempre stando alle accuse la ragazzina era stata portata dalla madre anche in Marocco perché la cinquantenne aveva una relazione con un cittadino marocchino. Ma la figlia aveva bisogno di cure continue che in Marocco non ha potuto ricevere.

Al padre, invece, è stato contestato il reato di violazione degli obblighi di mantenimento e abbandono: dopo la separazione, infatti, il sessantenne non solo non avrebbe cercato la figlia ma non le avrebbe nemmeno corrisposto l'assegno di mantenimento, di cento euro mensili. Ad entrambi viene contestato, invece, il reato di impiego di minori nell'accattonaggio, mentre il padre sarebbe colpevole di aver rimesso la querela nei confronti dell'ex moglie che faceva mendicare la figlia.

La mamma è difesa dall'avvocato Gaetano Mastronardi, mentre l'ex marito è difeso dall'avvocato Sandro D'Anella. La ragazzina, invece, ora neo maggiorenne e per la quale era stato nominato un curatore speciale (lo zio), è rappresentata dall'avvocato Eliseo de Francesco. Prossima udienza, dunque, tra sette mesi.