Sono passati 77 anni, molti di quelli che c'erano non ci sono più, le storie, i ricordi si perdono nel tempo e nei racconti dei nonni. Ma qui la guerra è passata e si è fermata, ha distrutto, ha violentato, ha sfregiato e cambiato la storia. L'inferno è sceso a Cassino, questa la frase ricorrente, e le immagini ne sono testimonianza, ordigni che hanno cancellato storie, famiglie, vicoli, palazzi. Di quella Cassino non rimane nulla, o quasi, solo le immagini conservate negli archivi di poche, storiche, famiglie della città e qualche pietra. Ben 1.250 tonnellate di bombe venero sganciate dalle forze alleate su Cassino, una volontà chiara di annientare e di radere al suolo. E fu così, almeno in parte.

Della città non rimase nulla, polvere e massi, immagini sbiadite e oggetti che un tempo furono cari a qualcuno.
Dolore, paura e senso di smarrimento. Da questo sentimento la popolazione raccolse le energie e, munita di grande tenacia, decise di ricostruire, di ripartire, di farlo come si poteva, forse nel modo non più adatto a livello architettonico e urbanistico, ma la voglia di riprendersi la libertà e la necessità di vivere era più forte di tutto il resto. Di quelli che rimasero vediamo tutto questo in alcuni palazzi della città, in alcune case o in angoli. Cassino è "risorta" e ogni giorno ricorda quanto accaduto in quei maledetti, infernali, giorni. Ieri mattina il sindaco, si è soffermato alcuni minuti in raccoglimento davanti al monumento ai Caduti dove ha deposto una corona d'alloro. È stato ricordato così, quest'anno, il settantesimo anniversario della distruzione di Cassino dall'amministrazione in piazza De Gasperi.