Arriva una nuova ondata di cassa integrazione in un 2021 dove nessuno aveva fatto mistero dell'ulteriore "salita" per il settore dell'automotive e dello stabilimento di Cassino dove l'uscita di scena di Giulietta (a dicembre scorso) ha ulteriormente gravato sull'occupazione.

Gruppo nuovo, problemi vecchi! Quelli di una vigorosa stretta di denti fino a quando non si uscirà dalla morsa pandemica e il mercato dell'auto non mostrerà segnali di ripresa, fino a quando la programmazione post fusione non sarà chiara e gli investimenti su ibrido, elettrico e nuovi modelli non prenderanno il via.

Intanto, ieri l'annuncio di Stellantis sul ricorso alla cassa integrazione per lo stabilimento di Cassino dove "corrono" le Alfa Romeo Giulia e Stelvio.

I giorni di cassa
A febbraio sono stati 6 i giorni di stop alla produzione ed era facilmente prevedibile che anche a marzo le linee produttive si sarebbero fermate. Sono otto in totale quelli annunciati, in particolare lo stabilimento si fermerà nelle giornate del 1, 8, 12, 15, 19, 22, 26 e 31 marzo. Come inevitabile conseguenza la produzione dei due marchi di casa Alfa registrerà una riduzione del 35% rispetto a quanto previsto. Una percentuale superiore a quella registrata nei mesi di gennaio e febbraio. L'obiettivo piena occupazione per ora è una chimera. I sindacati incalzano molto su questo aspetto.
Giulia e Stelvio arrancano, l'uscita di scena di Giuletta ha portato a lavorare su un unico turno di lavoro, dal lunedì al venerdì. I problemi di mercato europei sono gli stessi di quelli internazionali, con scenari a volte differenti ma la sostanza non cambia. Di qui il ricorso alla cig.

Il Grecale a fine anno
Atteso il debutto ufficiale del Grecale, per ora si producono poche unità per i test su strada. Come attesi sono gli 800 milioni di euro di investimenti. Ma il nuovo e sfavillante modello della casa storica arriverà solo in autunno e, fino a quel momento, si continuerà al ritmo attuale. Di mezzo, per il Grecale che correrà sulla piattaforma Giorgio, ci saranno anche le settimane di assestamento e gli esperti immaginano risultati a regime solo verso fine anno mentre la sua presentazione potrebbe esserci nel corso della seconda metà del 2021. E proprio, di recente, l'amministratore delegato Tavares, in visita negli stabilimenti piemontesi, ha assicurato il rilancio in grande stile della Maserati. E il pezzo numero uno è proprio il Grecale. Intanto si ragiona sul nuovo render pubblicato online e sul suo aspetto mentre fioccano gli interrogativi.

Ma il D-Suv garantirà davvero la sua piena occupazione? Sempre per le sigle sindacali la riposta è piuttosto negativa. Probabilmente per saturare lo stabilimento sarà necessario un altro modello ancora. Frutto proprio della fusione visto che non si è fatto mistero della volontà di investire sul settore Premium, l'unico del gruppo. Esattamente quello che c'è a Cassino Plant. Tra sogni rosei e realtà cruda si va avanti.  Tra lavoro a turno unico, cassa integrazione e crisi Covid si spera a passo lento e moderato.
Si aspetta e si spera. 

Mirko Marsella della Fim-Cisl schematizza: «Quella della cassa integrazione è un notizia negativa. I giorni sono in aumento rispetto ai mesi precedenti e questo va a danneggiare quelle che sono le buste paga già decurtate dei dipendenti dello stabilimento Fca.
Il mercato dell'automotive, come tanti altri settori, è danneggiato dall'effetto Covid, tra l'altro ora con il pericolo varianti, e la situazione è abbastanza delicata.
È chiaro che attendiamo la salita produttiva del Maserati, tuttavia per lo stabilimento e per la piena occupazione c'è bisogno di capire il piano industriale di Stellantis. Auspichiamo che la situazione preoccupante per i volumi, anche per altri stabilimenti, si vada a definire».