"Chiavi", "pezzi meccanici" o "pezzi di ricambio", così veniva chiamata dagli indagati la cocaina. Termini intercettati dagli investigatori nelle conversazioni di una indagine nel breve arco temporale di due mesi, novembre-dicembre dello scorso anno.
Chi non era in grado di far fronte al pagamento della sostanza stupefacente veniva anche minacciato di morte o picchiato. Ma le indagini dei carabinieri dirette dalla Procura di Frosinone hanno portato a far luce di numerosi episodi di cessione di cocaina. Nei guai tre persone.
La ricostruzione
All'esito di una mirata attività di indagine diretta dalla procura di Frosinone i militari del nucleo investigativo del comando provinciale carabinieri di Frosinone, coadiuvati nella fase esecutiva da militari di rinforzo del comando provinciale, ieri mattina hanno dato esecuzione ad un'ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal gip del tribunale di Frosinone nei confronti di tre persone per plurimi episodi di spaccio di cocaina e per una vicenda estorsiva. Sottoposti a regime degli arresti domiciliari con l'applicazione del braccialetto elettronico G.C. 39 anni, D.D 34 anni. Divieto di dimora nel comune di residenza e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per V.C. trentaseienne di Veroli.
L'indagine effettuata nel breve arco temporale di due mesi, novembre-dicembre 2020 ha permesso, grazie all'ascolto delle conversazioni intercettate e rilevanti riscontri acquisiti tramite mirati servizi di osservazione, di far luce su numerosi episodi di cessione di sostanze stupefacenti, di cocaina (appellata nelle conversazioni con termini quali "chiavi", "pezzi meccanici" o "pezzi di ricambio" posti in essere con cadenza soprattutto giornaliera.
Inoltre, sempre stando alle accuse, è emerso un episodio estorsivo consumato dagli indagati sottoposti gli arresti domiciliari nei confronti di un cliente costretto con violenza e minaccia consegnare loro la somma di 300 euro a titolo di pagamento per una cessione di stupefacenti non saldata.
Durante le perquisizioni domiciliari effettuate le corso dell'esecuzione, i militari hanno scovato nell'abitazione di uno degli indagati una pistola marca "Beretta" cal.6,35 con matricola abrasa e quattro cartucce dello stesso calibro. Per tale ragione l'uomo è tratto in arresto in flagranza per i reati di detenzione illegale di arma comune da sparo e ricettazione.
Il contrasto
«Il fenomeno dello smercio di sostanze stupefacenti è da tempo trattato con particolare attenzione dalla Procura della Repubblica di Frosinone che, coadiuvata validamente dal Comando provinciale carabinieri di Frosinone - si legge nella nota a firma del procuratore capo Antonio Guerriero - ha accertato un traffico complessivamente rilevante di cocaina con numerosi acquirenti, anche all'interno di luoghi di lavoro degli indagati, che testimonia un crescente disaggio sociale ulteriormente sviluppato dall'emergenza epidemiologica». Il primo ad essere interrogato lunedì sarà il verolano difeso dall'avvocato Giampiero Vellucci.