La piazza del mercato vuota. È il simbolo della zona rossa di Torrice. L'esordio dei divieti per l'impennata di casi di Covid in paese, è capitato proprio nel giorno del mercato, annullato come chiuse sono quasi tutte le attività commerciali, tranne le essenziali.
La cittadina è stata circondata da un cordone imponente di forze dell'ordine: presidiati 23 varchi in ingresso e in uscita. La polizia sul versante di via Forcella verso Frosinone, i carabinieri sulla Casilina a Sant'Antonio in direzione Ripi, a Quadrozzi in direzione Veroli e verso Arnara, la guardia di finanza nei pressi della Prima, i vigili urbani poco più distanti sulla strada verso Veroli e poi la polizia provinciale.

Tante le pattuglie in giro. Non sarà un compito facile, ma ieri tutto si è svolto senza intoppi. Già la sera prima, verso le 23, il prefetto Ignazio Portelli è passato per controllare in prima persona la situazione. Il prefetto e il manager dell'Asl Pierpaola D'Alessandro seguono da vicino l'evoluzione della situazione sanitaria: negli ultimi nove giorni sono 57 i contagiati, mentre gli attuali sono 91 su circa 4.700 abitanti.
Il prefetto Portelli commenta così la situazione: «I fatti di Torrice sono chiarissimi: incoscienza ed un costo alto fatto pagare alla comunità inizialmente per fare i festeggiamenti familiari con i riti della uccisione dei maiali. Roba da terzo mondo in questo contesto storico».

I controlli sono stati intensi, soprattutto negli orari in coincidenza con l'uscita e il ritorno dal lavoro. Un migliaio le persone controllate fino la pomeriggio a dimostrazione del flusso costante di persone. Sono 160 le auto e 250 le persone controllate ieri dai carabinieri. Chi veniva da fuori e doveva solo attraversare Torrice è stato dirottato, laddove possibile, su percorsi alterativi.
Passeggiando in paese si respira un'aria da coprifuoco: pochissime in giro, la mamma con il bimbo sul passeggino, la signora con il cane, qualche lavoratore nei cantieri cittadini o negli orti. Deserta la piazza del mercato, aperti, tra gli altri, le Poste, la farmacia, la chiesa, il Comune e i bar che possono lavorare con l'asporto.

A monitorare il tutto anche il commissario prefettizio Anna Mancini: «il trend si sta normalizzando - dice - spero il contagio venga azzerato quanto prima e che le persone in isolamento guariscano nel più breve tempo possibile. È andato tutto bene e la gente sta collaborando».
Intanto, con le scuole chiuse a Torrice su disposizione dello stesso commissario, per gli studenti frequentanti gli istituti fuori paese è stata una babele. L'ordinanza regionale consente lo svolgimento in presenza della scuola primaria, dell'infanzia e della prima media, tuttavia molti presidi del capoluogo - convinti che il provvedimento valga solo nella zona rossa - hanno invitato le famiglie residenti a Torrice a stare a casa. Alcuni sono arrivati lo stesso a Frosinone avendo avuto rassicurazioni in tal senso contattando Comune e forze dell'ordine.

Dato che i presidi ieri sono andati in ordine sparso, hanno deciso di comune accordo di inviare una richiesta di istruzioni alla prefettura, alla Asl e al provveditorato agli studi per adottare una linea di condotta univoca. Ci sono plessi come il comprensivo Frosinone 3, tanto per citarne uno, con 60 iscritti provenienti da Torrice, per lo più di famiglie frusinati che negli anni si sono trasferite. Il paradosso è che molti genitori, alcuni dei quali anche nel mondo della scola, sono arrivati a Frosinone per lavorare senza però poter portare i figli a scuola. Il prefetto ribadisce che «lì è l'autonomia scolastica a dover decidere».
Per chi non può andare a scuola, andrà adottata la didattica a distanza.