Il convento dei cappuccini torna a rischio chiusura.
Troppo pochi i frati che abitano la struttura posta sul colle San Pietro (sono soltanto tre, ndr) e troppo anziani, con la provincia romana dell'ordine che sta valutando l'ipotesi di concludere la secolare esperienza alatrense e di trasferire i frati in una casa religiosa.
Le avvisaglie legate a questa possibilità sono emerse quando i frati hanno cominciato a ridurre sensibilmente il loro operato sia nelle chiese cittadine che nello stesso convento, cui il 9 novembre scorso si è aggiunta la scomparsa del compianto padre Maurizio Di Girolamo a causa del Covid-19.

Nel convento dei cappuccini proprio all'ingresso della città, a questo punto, sono rimasti solo in 3, padre Giuseppe, padre Franco e padre Ilidio, quest'ultimo di origini capoverdiane: il più giovane ha 78 anni e il più anziano 84.

Forze che sarebbero ritenute non sufficienti per mandare avanti e a lungo la vita conventuale, a fronte anche delle scarse vocazioni e senza dimenticare qualche acciacco dovuto all'età che affligge i tre frati.
Di qui, la strada che sta prendendo piede di dismettere il convento e di sistemare i tre frati altrove. Quest'eventualità venne ventilata anche anni fa, poi non se ne fece nulla: una vicenda che si ripete o il finale, stavolta, sarà diverso?

La nota storica
La presenza dei cappuccini ad Alatri ha 455 anni di storia. Fu, infatti, nel 1566 che il Comune di Alatri chiamò l'ordine nel suo territorio, affidando ad esso un vecchio monastero abitato dalle monache benedettine. Ben 226 alatrensi sono diventati frati cappuccini in tanti secoli, distinguendosi in vari campi del sapere, del servizio agli infermi, dell'attività religiosa e missionaria, nel governo dell'ordine. Leggendarie sono le figure di fra' Giustino, che con modi rudi e rapidi estraeva i denti con un paio di tenaglie, e di fra' Renato, che percorreva le vie del centro storico chiedendo qualche spicciolo il sabato pomeriggio.