Espletata la gara di appalto per Palazzo Vespignani, ma i lavori restano al palo. Interviene sulla situazione del prestigioso edificio il responsabile del comitato promotore cepranese di "Cambiamo" Giovanni Sorge, che punta il dito contro il sindaco Galli, accusandolo di accentrare le deleghe senza riuscire a occuparsene.
«Era l'ottobre scorso - esordisce Sorge - quando l'attuale Amministrazione annunciava l'avvenuto espletamento della gara d'appalto per i lavori finanziati con somme erogate dalla Regione attraverso il bando per la valorizzazione dei luoghi della cultura, per un importo di 300mila euro.

Da allora sono trascorsi quattro mesi, ma di cantieri aperti non c'è neppure l'ombra. A ottobre l'Amministrazione comunicava: "Dopo la progettazione, l'acquisizione dei pareri tecnici e della Soprintendenza, un altro tassello burocratico importante è stato espletato e ora finalmente si potrà aprire il cantiere". Ebbene, siamo a fine febbraio, e al Vespignani tutto tace. Tante accuse verso chi li aveva preceduti per i debiti lasciati, a loro dire, mentre oggi assistiamo ai soliti annunci: centinaia di migliaia euro finanziati, per la precisione 500mila, fra somme erogate dalla Regione e fondi messi a disposizione dal "Gal Terre di Argil", una gara espletata ma i cantieri ancora chiusi.

Sembra che il maltempo abbia bloccato altri interventi sul territorio di Ceprano, rallentando progetti che forse dovevano essere già ultimati. Ma mi domando: forse anche al Vespignani si aspetta l'estate per far decollare i lavori? Intanto - osserva Sorge - il Museo resta al pianterreno di Villa Carducci con i reperti esposti, ma non adeguatamente valorizzati a causa degli spazi ridotti. Proprio nel momento in cui tutto ha subito rallentamenti a causa della pandemia bisogna accelerare: aprire cantieri, far lavorare a pieno ritmo quelli attivi, progettare e mettere a sistema per essere pronti quando finirà la crisi, assicurando il rilancio del territorio attraverso cultura, turismo e servizi. Forse però - conclude il responsabile di Cambiamo - il sindaco "accentratore", che detiene da sempre la delega ai Lavori pubblici, non ha tempo. Allora, che lasciasse spazio ad altri, magari più efficienti nel seguire pratiche e procedure».