Nuovi guai giudiziari per Antonio Salvati, ex sindaco del paese ed ex presidente dell'Unione di comuni "Antica Terra di Lavoro", rinviato a giudizio per falso ideologico dal Gup del Tribunale penale di Cassino. Dovrà rispondere dell'accusa di essersi appropriato attraverso una delibera di giunta falsificata di un intero piano del municipio dove aveva stabilito la sede dell'Unione dei comuni.

Secondo l'accusa Salvati, condannato in primo grado nel dicembre scorso a sei anni e sei mesi di reclusione per concussione nella vicenda della tangenti sull'accoglienza dei migranti, in concorso con un dipendente comunale e con un consulente dello stesso ente, poco prima dell'insediamento della nuova amministrazione del Sindaco Paolo Fallone avrebbe "costruito" una falsa delibera di giunta e un falso contratto di comodato d'uso gratuito in favore dell'Unione dei comuni, all'epoca da lui presieduta, dell'intero secondo piano del municipio. Si tratta della parte dell'immobile che da sempre ospita gli uffici del sindaco, della segreteria generale e la stanza della giunta.

Così facendo, per quasi due anni Salvati ha costretto la nuova amministrazione comunale a sistemarsi al primo piano del palazzo e ha continuato ad occupare l'ufficio del sindaco pur non essendo più tale. Ciò fino a quando, nel 2019, l'amministrazione Fallone, assistita dall'avvocato Francesco Scalia, è riuscita a rientrare in possesso dell'immobile ordinandone il rilascio, con provvedimento confermato sia dal Tar che dal Consiglio di Stato, ai quali l'Unione di comuni si era rivolta.
Inizia quindi un nuovo processo penale per Salvati: la prima udienza è fissata per il 14 ottobre prossimo. Il Comune, tramite l'avvocato Scalia, si è costituito parte civile.

«Quando sostenevo che il comodato d'uso era illegittimo Salvati mi denigrava sui social - commenta il sindaco Fallone - Ma ora la verità sta venendo a galla. Attendo fiducioso lo sviluppo del caso e mi affido come sempre alla giustizia. Chi ha sbagliato è giusto che debba pagare».