C'è voluta una pandemia, un evento epocale per imporre uno stop forzato allo storico Carnevale frusinate che, da 222 anni, ha sempre resistito alle vicende della storia. O quasi. Un quasi d'obbligo perché, nella sua ultrasecolare cronologia, la "Festa della Radeca", che è il cuore del programma carnascialesco frusinate, non si è svolta solamente in occasioni eccezionali.

Andando a ritroso nel tempo, i radecari e il carro del generale Championnet non avevano sfilato, per le vie del capoluogo, l'ultima volta nel 1991. Era l'epoca della prima Guerra del Golfo. Le armate del dittatore iracheno Saddam Hussein avevano invaso il Kuwait. Tutto il mondo occidentale, Italia compresa, si adoperava per sradicare un'ingiustizia. Fu così che un po' per paura, un po' per motivi di opportunità che in molte città italiane, Venezia e Viareggio comprese, i festeggiamenti di Carnevale vennero annullati o celebrati in forma ridotta. A Frosinone si decise di non organizzare la tradizionale sfilata e la celebrazione della radeca avvenne, quasi in maniera "clandestina", carbonara solamente nel rione Giardino.

A saltare, come ricorda Gianmarco Spaziani nel suo libro "Esseglie!", furono anche le edizioni del 1974 e del 1975 a causa di pesanti ristrettezze economiche da parte dell'Amministrazione comunale, mentre nel 1961 la festa venne proprio abolita, ufficialmente a causa del fatto che la nuova giunta comunale si era appena insediata e non si era potuto provvedere all'allestimento di un programma adeguato. Nel 1956 le storiche e abbondanti nevicate, che nelle menti di tanti sono rimaste, imposero un cartellone di festeggiamenti ridotto all'osso. La sfilata del martedì si svolse "giuste pe' devuzzione" con pochi intimi.

La Seconda guerra mondiale cancellò per una miriade di motivi qualsivoglia festeggiamento e, tra il 1941 e il 1944, Championnet e radeche non sfilarono per la città. Circa trent'anni prima furono l'epidemia di spagnola e il primo conflitto bellico mondiale a spegnere ogni entusiasmo di festeggiamento complice anche una povertà dilagante dovuta alle ristrettezze conseguenza della guerra e della pandemia.

Discorso a parte meriterebbero i decenni dell'Ottocento, ma, in ogni caso, c'è un minino comune denominatore da rilevare: il Carnevale frusinate ha sempre resistito a tutto ed è sempre ripartito. È un qualcosa che è nel dna di tutti i frusinati ed è un qualcosa che solamente i frusinati possono capire. Uno dei caratteri identitari di una città, di una popolazione orgogliosa che mai ha abbassato il capo all'invasore di turno, che sempre ha resistito e che sempre ha ruggito il proprio orgoglio e la propria fierezza. Il fantoccio di Championnet rappresenta tutto questo: non solo il beone gaudente e simpatico, ma soprattutto la resistenza di un popolo indomito verso l'oppressore, il nemico, l'invasore, verso il male da schernire e portare in giro per le vie cittadine alla pubblica gogna prima del rogo in piazza.