In un mondo al digitale, in cui sembra che l'amore sia diventato solo qualcosa da fotografare e mettere sui social, in cui tutti cantano canzoni d'amore senza essere mai stati innamorati, in cui non ci sono più i grandi gesti romantici, in cui studiamo l'amore descritto da Catullo, ma non lo capiamo, c'è uno spiraglio di luce.

Se è vero che la digitalizzazione non ha fatto il backup dei sentimenti, è proprio dai social che parte la rivoluzione dell'amore. Sì, si chiama Ultimi Romantici la pagina in cui si esaltano i grandi sentimenti, i gesti magnifici, quelle cose che vedi nei film, quelle dichiarazioni plateali con tanto di libri di poesie, quell'autenticità che sembrava ormai perduta. È così che un post con una lettera d'amore piuttosto della storia di una coppia che si ama da sempre, ci fa credere nell'amore. Quell'amore che ha l'amore come solo argomento, quelle emozioni forti che oggi sembrano solo un lontano ricordo.

Attanagliati dal pensiero di vivere nella piena monotonia, nella piena apatia, molte volte si finge di amare, per garantirsi l'amore. L'amore che strappa i capelli ormai non c'è più, non resta che qualche svogliata carezza e un po' di tenerezza, o almeno, così diceva Faber, parafrasandolo, e fino a qualche tempo fa, lo pensavo anche io. Leggere l'amore, ascoltarlo, ci fa pensare che sia astratto, un privilegio, destinato ad una élite di persone che soffrono e stanno male, ma almeno vivono. Allora, una pagina social che mostra quotidiani gesti d'amore, mi fa credere che l'amore c'è, esiste, è nell'aria che respiriamo, nel cibo che mangiamo, nel volto di chi ci vuole bene, non è perduto ormai.