Morte di Daniele Nozori, il cinquantaduenne perito elettrico di Chiaiamari vittima di un infortunio sul lavoro; accusato di omicidio colposo aggravato un imprenditore, L.V. di 60 anni, titolare dello stabilimento dove il monticiano stava effettuando alcune riparazioni a marzo di due anni fa. Venerdì scorso l'udienza preliminare davanti al gup, Antonello Bracaglia Morante, e i familiari della vittima, che si sono affidati all'avvocato Marco Maietta, hanno chiesto di estendere l'ipotesi di reato all'azienda monticiana. Fissato al 2 luglio il giudizio davanti al gup del tribunale di Frosinone, con la citazione di responsabilità civile, per capire se ci sono gli estremi per il rinvio a giudizio oppure per il proscioglimento. L'imprenditore è difeso dagli avvocati Nicola Ottaviani e Carlo Coratti.

Richiesta, dunque, di rinvio a giudizio per il monticiano, titolare dell'azienda dove la vittima il 13 marzo del 2019, stava effettuando delle riparazioni in materia di carattere elettrico quando è avvenuta la tragedia. Nozori, trasportato con un'eliambulanza all'ospedale Umberto I di Roma, morì il 19 aprile.

Venerdì l'udienza con richiesta di rinvio a giudizio dell'imprenditore per omicidio colposo aggravato a seguito della presenza di un rapporto lavorativo. Quando si è registrato il fatto gli operai e l'imprenditore dichiararono che Nozori era caduto da una scala, da un'altezza di circa tre metri, mentre effettuava riparazioni di alcune parti elettriche all'interno del capannone. Il personale del Presal, (Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) e le forze dell'ordine avviarono subito tutti gli accertamenti del caso.

A distanza di due giorni dall'infortunio si era presentato spontaneamente agli investigatori un dipendente della ditta di Nozori, il quale in lacrime aveva sostenuto che i fatti si erano svolti diversamente.
Aveva raccontato che siccome non si riusciva ad arrivare al livello massimo di altezza del capannone dove si doveva effettuare la riparazione, i dipendenti, dietro indicazione del sessantenne, avrebbero caricato sulle forche di un muletto una pedana, fino all'ultimo livello. Nozori avrebbe così raggiunto un'altezza di circa cinque metri, quando ha perso l'equilibrio. Da lì scaturito il trauma cranico, toracico, con varie fratture e dopo circa quaranta giorni il decesso. Diverse le persone che sono state ascoltate dagli inquirenti. Tutti avrebbero confermato la caduta dalla scala, mentre il dipendente della ditta di Nozori sostiene la caduta dal muletto.
Il giudice nell'udienza preliminare dell'altro ieri ha autorizzato la citazione dell'azienda. Il prossimo 2 luglio il giudizio davanti al gup del tribunale di Frosinone.