L'operazione di trasferimento del Comune di Frosinone all'interno dell'immobile ex Banca d'Italia di via del Plebiscito ha preso il via. Le ditte incaricate dall'istituto di via Nazionale hanno, praticamente, concluso i lavori di manutenzione e si è in attesa della fissazione della data per il passaggio ufficiale di palazzo Munari all'ente di piazza VI dicembre. Dal Comune stanno attendendo l'indicazione del giorno e dell'orario per l'effettuazione di un sopralluogo congiunto all'esito del quale sarà redatto anche un verbale che sarà sottoscritto da persone incaricate da entrambe le parti.

L'atto di trasferimento dell'immobile potrebbe già avvenire in questa settimana e, comunque, in ogni caso, non più tardi del 28 febbraio, che è la data ultima indicata nel contratto di rent to buy firmato a novembre scorso dal dirigente Andrea Manchi alla presenza del sindaco Nicola Ottaviani, dell'assessore al patrimonio Pasquale Cirillo, dell'assessore al bilancio Riccardo Mastrangeli e dell'assessore al centro storico Rossella Testa.

Nel frattempo, il Comune si sta attivando per la volturazione delle utenze, specialmente acqua ed energia elettrica, mentre per il gas si tratta, sostanzialmente, di ripartire ex novo. Resta in piedi l'ipotesi di anticipare il trasferimento del materiale archivistico nei vecchi caveau, che sono già attrezzati con idonee scaffalature, ma l'operazione potrebbe essere congelata, essendo imminente l'immissione in possesso dell'immobile da parte del Comune.
In questi mesi, Banca d'Italia ha provveduto ad operare diversi interventi di manutenzione di componenti edili e impiantistiche finalizzati al ripristino in buono stato degli ambienti del palazzo. Cosa resterà da fare, quindi, al Comune ad avvenuta consegna?

Sicuramente adeguare l'impianto antincendio alle più recenti normative in vigore, effettuare degli interventi di edilizia leggera per adeguare gli ambienti alle proprie specifiche esigenze, probabilmente ritoccare qualche parte ammalorata della facciata e realizzare, al pian terreno, l'aula consiliare. Sulla cifra da spendere è impossibile fare qualsivoglia previsione, dal momento che una quantificazione, anche di massima, potrà essere effettuata solamente nel momento in cui i tecnici comunali potranno mettere piede nel palazzo.
Per quanto riguarda l'organizzazione degli spazi, nelle intenzioni dell'amministrazione comunale a palazzo Munari potranno trovare posto, compatibilmente con la grandezza degli ambienti, gli uffici di rappresentanza del sindaco, degli assessorati, quelli dei gruppi consiliari, l'aula consiliare (che come detto verrà allocata al piano terra), l'archivio storico comunale e quello generale dell'ente (che andranno nel piano seminterrato dove si trovano i caveau e dove ci sono ancora scaffali in perfette condizioni per l'alloggiamento e la conservazione del materiale documentale), la segreteria generale, il Ced e gli uffici di alcuni settori.

Per quanto riguarda l'aula consiliare, si cercherà di riutilizzare gli arredi attualmente presenti nel sottostrada di corso della Repubblica ed in più, nell'aula, ci saranno dei richiami importanti alle glorie e alla storia cittadina. Inoltre, troveranno posto nel palazzo, al piano terra dell'aula consiliare e in una specifica pinacoteca, le tante opere d'arte di cui il Comune è diventato proprietario in anni di mostre svoltesi nelle sue strutture. L'immobile, poi, è anche uno dei punti di forza del piano di gestione "Frosinone Alta" che sta rilanciando il centro storico.

La formula del rent to buy con cui è stato acquistato palazzo Munari, ossia la combinazione di un contratto di locazione con uno di acquisto, attraverso lo scomputo dei canoni annuali, corrisposti in acconto del prezzo, fa di Frosinone la prima amministrazione in Italia ad aver adottato questa tecnica finanziaria che ha suscitato interesse tanto da essere a breve replicata da altri soggetti.

L'opzione presentata prevede l'acquisto con un prezzo di vendita di 1.650.000 euro, attraverso un canone annuo di 153.000 euro. Il saldo del prezzo è di 470.370 euro al rogito per un totale, in caso di opzione d'acquisto al decimo anno, di 2.000.370 euro; il totale trattenuto da Bankitalia, in caso di mancata opzione di acquisto al decimo anno, è di 1.176.111 euro. Nei 10 anni del "rent to buy", la Banca d'Italia continuerà a corrispondere al Comune il tributo Imu annuale (pari a 36.392 euro), oltre a concorrere alla manutenzione straordinaria.