Albergatore ciociaro non versa la tassa di soggiorno al Comune di Roma, cade l'accusa di peculato grazie al decreto Rilancio. R.F., titolare di un albergo nella capitale, è stato assolto dal tribunale di Roma in virtù del fatto che l'articolo 180 del decreto Rilancio, stabilisce che l'omesso, parziale o ritardato versamento dell'imposta di soggiorno da parte degli albergatori dà luogo a una sanzione amministrativa.

Al posto del peculato, dallo scorso maggio, scatta un illecito amministrativo in caso di omesso versamento dell'imposta di soggiorno all'ente. Una pratica non infrequente e che, recentemente, ha interessato anche Fiuggi. L'albergatore ciociaro è finito sotto processo a Roma dove ha optato per il rito abbreviato. In pratica, prima del decreto del governo Conte che tante polemiche ha scatenato, gli albergatori che non versavano la tassa di soggiorno erano chiamati a rispondere del reato di peculato in qualità di incaricati di pubblico servizio.

Al ciociaro sono stati contestati omessi versamenti al Comune di Roma per circa 200.000 euro, ovvero per cinque annualità, dal 2013 al 2018. La difesa dell'albergatore, rappresentata dagli avvocati Antonino e Calogero Nobile, ha richiamato la norma che ha modificato il ruolo degli albergatori non più incaricati di pubblico servizio ma coobbligati con la persona che soggiorna a versare le quote al Comune.

Peraltro, sull'argomento la giurisprudenza è molto contrastante, in quanto è contestata la successione di leggi nel tempo che, invece, darebbe modo di usufruire di un trattamento sanzionatorio meno afflittivo. Gli avvocati Antonino e Calogero Nobile hanno rappresentato al giudice che la nuova legge andava a creare una disparità: peculato per quanti hanno commesso queste violazioni fino al 19 maggio e sanzione amministrativa per le condotte successive a quella data.

Chiesta così l'assoluzione in quanto il reato non è più configurato. In via subordinata è stata annunciata una questione di legittimità costituzionale per violazione del principio di uguaglianza. Alla fine il giudice ha accolto la richiesta e assolto l'imputato perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato. E ora sperano tutti gli albergatori che si trovano nelle stese condizioni.
Anche loro potrebbero evitare la condanna.