Ci sono anche quattro ciociari tra le sei persone indagate dalla procura di Pescara per reati fiscali. Nei guai M.M., 38 anni di Monte San Giovanni Campano, G.D.S. (69) di Castro dei Volsci, G.R. (69) di San Giovanni Incarico e la sessantaseienne L.L. nata a Frosinone e residente a Prossedi. Indagati anche D.C. (80 anni) di Pescara e la sessantaquattrenne P.B. di Ventimiglia.

Stando alle accuse gli indagati, a vario titolo, si avvalevano di fatture false per operazioni inesistenti e per evadere le tasse facendo figurare passivi che in realtà non c'erano. Nello specifico il trentottenne di Monte San Giovanni Campano, al fine di evadere le imposte sui redditi e sul valore aggiunto, indicava nella dichiarazione Iva relativa all'anno 2015 dell'azienda, di cui è legale rappresentante, elementi passivi fittizi. Per fare questo, sempre stando alle accuse, si sarebbe avvalso di fatture per operazioni inesistenti per un imponibile pari a 670.000 euro e Iva pari a 147.000 euro. I fatti commessi a Pescara nel 2016.

E sono altri gli episodi contestati dalla procura di Pescara al monticiano. Da settembre 2015 a dicembre dello stesso anno il trentottenne, per consentire a terzi l'evasione delle imposte, ha emesso fatture per operazioni fittizie per un imponibile di circa 300.000 euro e Iva pari a 64.000 euro. Il monticiano è accusato anche, in concorso con altri indagati tra cui la sessantaseienne rappresentante legale di un'altra azienda, sempre per fatture per operazioni che non esistevano.

Al sessantanovenne di Castro dei Volsci sono contestati gli stessi reati. Da febbraio 2016 a ottobre dello stesso anno ha emesso fatture per operazioni inesistenti per un imponibile di oltre un milione di euro e Iva pari a 254.000 euro. Il sessantanovenne di San Giovanni Incarico aveva omesso fatture nell'anno d'imposta 2016 per un imponibile complessivo di 250.000 euro e Iva pari a 55.000 euro.