Rapinato il dentista, la microcriminalità si adatta alle restrizioni imposte dal coronavirus. Non più banche, treni o gioiellerie, ad Anagni si rapinano gli studi odontotecnici. È accaduto nella prima serata di lunedì scorso 8 febbraio, ad Osteria della Fontana, al primo piano del centro commerciale della famiglia Recchia. Due persone, naturalmente rese irriconoscibili dalla mascherina calzata ad abbondanza, dopo la chiusura del bar si sono recate al piano superiore dello stabile situato di fronte al bivio per la ex Videocolor.

Entrate senza difficoltà e cogliendo di sorpresa le persone presenti nello studio medico, sotto la minaccia di bastoni e lame hanno ottenuto dal personale terrorizzato la consegna di una somma in denaro, dai due ai duemilacinquecento euro, e di qualche oggetto. Subito dopo scese le scale si sono dileguati. All'interno dello studio dentistico superato il momento di choc è stato dato l'allarme e sul posto sono giunti i carabinieri del Comando Compagnia di Anagni, i quali hanno cercato di ricostruire l'accaduto sentendo le persone presenti al fattaccio, conclusosi fortunatamente senza feriti. Il fabbricato che ospita una serie di attività, da agenzie di assicurazione a negozi di vario genere, bar, ristorante e pizzeria, è dotato di una serie di telecamere, e gli uomini dell'Arma ne starebbero visionando i filmati.

La coppia di malviventi, probabilmente cittadini provenienti dall'Est Europa, debbono aver scartato obiettivi ben più remunerativi, per dedicarsi ad uno studio dentistico. Le attuali norme prevedono che ogni spesa da scaricare dai ricavi nella denuncia dei redditi, debba essere stata effettuata con moneta elettronica, ed è notorio che di contante, oramai, ne giri ben poco. La somma raggranellata dai due non è male, per una mezz'ora di "lavoro", ma si ha l'impressione che gli inquirenti siano in possesso di elementi tali da poter trasformare la farina in crusca.