Si chiamano Piani di sviluppo rurale. Sono strumenti di programmazione comunitaria basati su uno dei fondi strutturali e di investimento europei che hanno l'obiettivo di sostenere e finanziare gli interventi del settore agricolo-forestale e accrescere lo sviluppo delle aree rurali, promuovendo lo sviluppo agricolo sostenibile e lo sviluppo del settore in generale per raggiungere un maggiore equilibrio territoriale e ambientale, che significa anche più competitività e innovazione.

A questi fondi si accede solamente se si è in possesso di determinati requisiti specifici, richiedendo la copertura di determinate spese e investimenti. Nel basso Lazio, tra le province di Frosinone e Latina, sono state diverse le domande presentate all'ufficio regionale del capoluogo ciociaro, competente su tutto il Lazio sud, e su alcune di esse sono stati compiuti degli accertamenti da parte dei carabinieri forestali del comando provinciale di Frosinone. Accertamenti che hanno portato all'emersione di alcune anomalie e, inevitabilmente, all'apertura di un'inchiesta ad ampio raggio per le ipotesi di corruzione e truffa per l'erogazione di finanziamenti pubblici.

E sì, perché i militari sospettano che alcuni dipendenti pubblici possano aver preso soldi per agevolare pratiche di soggetti che probabilmente non avevano requisiti per accedere ai fondi previsti dal Psr del Lazio e che alcuni imprenditori abbiano rappresentato una realtà diversa delle proprie imprese per camuffare il possesso dei titoli necessari per partecipare ai bandi e ottenere i relativi fondi.

Nel mirino dei carabinieri forestali sono finite, quindi, una decina di persone, tra dipendenti pubblici di uffici dell'agricoltura decentrati di Frosinone della Regione Lazio e imprenditori della Ciociaria e della provincia di Latina. Nei giorni scorsi i militari hanno effettuato un accesso nella sede della Regione in via Veccia e hanno sequestrato faldoni di documenti e computer. Non solo. Materiale documentale è stato prelevato anche da sedi distaccate della Regione che si trovano a Ceprano, Latina e Terracina e dalle sedi di Sora e Frosinone della Cia, la Confederazione Italiana degli Agricoltori che offre assistenza agli iscritti per diverse attività.
Le indagini, sui cui vige il massimo riserbo da parte degli investigatori, sono partite da un input del sostituto procuratore dottoressa Barbara Trotta dietro segnalazione dei militari forestali coordinati dal tenente colonnello Vito Antonio Masi.

Nello specifico, nell'inchiesta sono finiti tre dipendenti dell'ufficio agricoltura della Regione di via Francesco Veccia, sede che è competente per tutto il Lazio sud, e una decina di imprenditori. Imprenditori in particolare di Latina, Terracina, Frosinone e di altri comuni ciociari, tra cui Castro dei Volsci, Amaseno, Ferentino, Cassino e Atina. L'indagine è nelle fasi iniziali e non si esclude che possa allargarsi e portare a iscrivere nel registro degli indagati altri dipendenti e imprenditori del settore agricolo. Imprenditori che, come detto, avrebbero presentato domande per il Programma di Sviluppo Rurale, Psr, il principale strumento operativo di programmazione e finanziamento per gli interventi nel settore agricolo.

I fondi per lo sviluppo rurale sarebbero stati assegnati anche agli imprenditori sotto inchiesta che invece non possedevano i requisiti per accedervi. Le auto dei militari negli uffici di Frosinone, Sora, Ceprano, Latina e Terracina non sono ovviamente passate inosservate, come neppure i forestali che portavano via computer e faldoni dai diversi uffici. Domani, tra l'altro, sarà effettuato un accertamento da parte di un tecnico informatico di Roma sulle memorie dei computer sequestrati durante il blitz di fine gennaio.
Si attende ora l'evolversi della situazione, anche per capire se altre persone possano finire sul registro degli indagati insieme ai tre dipendenti e agli imprenditori agricoli ciociari e pontini.