Tentato omicidio del nipote, zio condannato a otto anni.
È l'esito del processo celebratosi ieri mattina davanti al gup del tribunale di Frosinone con il rito abbreviato. Sotto accusa, nell'aula del gup Antonello Bracaglia Morante, c'era Valentino Paniccia, 78 anni, difeso dagli avvocati Silvia Latini e Rosario Grieco. Poco distante da lui, presente anche la vittima.
Il pubblico ministero Alessandro Picchi ha chiesto la condanna a otto anni. Richiesta, quindi, accolta dal giudice. La vittima, 59 anni, che, a causa delle ferite riportate dal colpo di fucile ha perso un braccio, si è costituita parte civile attraverso l'avvocato Federica Nardoni.

Stando alle accuse, alla base del gesto vecchie ruggini e paletti spostati per motivi di confine. Il ferimento è accaduto lo scorso 6 maggio in via Tufare, una zona di campagna tra Torrice e Veroli, nel primo pomeriggio. Subito dopo il ferimento, il cinquantanovenne era stato trasportato con l'eliambulanza all'ospedale San Camillo di Roma, mentre il feritore era stato arrestato e posto agli arresti domiciliari dove attualmente si trova. Per ricostruire l'accaduto erano intervenuti i carabinieri della stazione di Torrice che avevano provveduto anche a sequestrare il fucile da caccia.

In base a quanto ricostruito di quel pomeriggio di nove mesi fa, tra il pensionato e il nipote intento ad accudire il suo terreno, sarebbe nata una discussione. Così Paniccia è corso in casa a prendere un fucile da caccia, regolarmente detenuto, con il quale - come ricostruito dall'accusa - ha poi esploso un colpo, da distanza ravvicinata, che ha raggiunto al braccio sinistro il nipote. Lo sparatore, da subito, si è difeso sostenendo di non aver avuto intenzione di sparare e che il colpo gli era partito per errore. Fatto sta che, oltre al tentato omicidio, gli erano state contestate le aggravante della premeditazione e dei futili motivi, che però sono state escluse dal giudice.

Ieri il caso è giunto per la definizione davanti al giudice per le udienze preliminari. La difesa ha optato per il rito abbreviato, scelta che consente di ottenere la riduzione di un terzo della pena. La difesa ha provato a giocare la carta della derubricazione da tentato omicidio a lesioni gravissime, ma alla fine il tentato omicidio è rimasto con il giudice che ha confermato la richiesta del pm e ha condannato Valentino Paniccia a otto anni oltre al danno che andrà quantificato in sede civile e a una provvisionale immediatamente esecutiva. La difesa, prima di proporre appello, attenderà la pubblicazione delle motivazioni.