Tutto sarebbe iniziato come un gioco, una goliardata forse sfuggita di mano. Forse no. Sul tavolo degli inquirenti c'era la denuncia di tre minorenni e le dichiarazioni - sembrerebbe sostanziose - dell'interrogatorio sostenuto dai loro quasi coetanei, tutti residenti tra il Sorano e il Cassinate.

Carte poi trasmesse alla procura di Roma, fondamentali per mettere un punto fermo alla complessa vicenda nata forse per gioco e finita in tribunale. Comunque gravissima. A finire nel registro degli indagati due quindicenni del Cassinate che, secondo le pesanti accuse, avrebbero palpeggiato in più occasioni alcune ragazzine dello stesso istituto durante l'intervallo o nei momenti di cambio dell'ora.

Presunte violenze registrate nell'arco di cinque mesi, poi messe nero su bianco da tre ragazzine, dopo l'intervento del dirigente scolastico. Accuse pesanti: violenza sessuale aggravata dalla presenza di minori di anni 14 e dal fatto che gli eventi sarebbero accaduti a scuola. Ne aveva fatto seguito il rinvio a giudizio davanti al Tribunale dei minorenni di Roma.

E, di recente, l'assoluzione per fatto di lieve entità, nonostante la gravità delle accuse. Il percorso non è stato facile e di certo, accanto alla sostanza delle indagini difensive, a convincere il giudice che si trattasse di un «approccio maldestro all'altro sesso più che alla volontà di esercitare una violenza contro le compagne di classe» anche la buona volontà dei familiari delle presunte vittime che hanno accettato le scuse dei giovani per il tramite dell'avvocato Sarah Grieco dello studio Cifalitti.

Anche la scuola, che in un primo momento era stata costretta a trasmettere gli atti alla procura, ha contribuito al buon esito del processo. Attraverso una docente, ha evidenziato che il giovane era integrato e si impegnava nel proprio percorso scolastico. Istituzioni e famiglie, sollecitate dal difensore del  giovane studente, hanno fatto rete supportando la conclusione: proscioglimento per fatto di lieve entità, nonostante la gravità delle accuse.

«Sono estremamente soddisfatta. Si tratta di un lieto fine. Una condanna avrebbe segnato inesorabilmente la vita del mio assistito che, invece, ha capito l'errore e acquistato una nuova consapevolezza, anche nei confronti delle proprie compagne di classe. Voglio ringraziare, oltre la docente che è stata di grande aiuto, proprio queste ragazze. Hanno dimostrato , assieme alle proprie famiglie, una grande maturità e umanità» ha dichiarato l'avvocato Grieco.