Il ricordo dei combattenti fiuggini della seconda guerra mondiale. Un appuntamento che si è svolto all'istituto "Buonarroti" e che ha visto la presenza del sindaco Alioska Baccarini e del prefetto Ignazio Portelli.
Presenti alla cerimonia i sindaci di Frosinone, Piglio, Trivigliano e una rappresentanza del sindaco del comune di Cassino.

«Un sentito ringraziamento al prefetto Portelli, alle amministrazioni comunali presenti e al personale dell'alberghiero di Fiuggi per un appuntamento molto sentito dalla comunità, in onore della memoria dei numerosi concittadini che hanno sopportato la dura prigionia in Germania come internati militari italiani», queste le parole del primo cittadino Baccarini. «Fiuggi e la Ciociaria - ha sottolineato - non solo nel giorno della Memoria, non dimenticano chi sacrificò la propria vita contro il male e la violenza. Non dimenticano i deportati e gli internati, non dimenticano la sofferenza dei figli strappati alle madri e non dimenticano i rifugiati».

«Pertanto - ha aggiunto ricordando alcuni tragici episodi - non possiamo dimenticare alcuni dei tanti drammi che colpirono la nostra comunità. La cattura e la morte del giovane Carlo Rengo, nel 1944, a cui la nostra città rese omaggio con l'intitolazione di un largario nei pressi del piazzale del Monumento eretto ai caduti della guerra. Non possiamo dimenticare l'uccisione del nostro concittadino e guardia comunale Angelo Fabiani, avvenuto a piazza Trento e Trieste come le immagini dolorose di Angela Maria Rossi, la contadina di Alatri che il 27 maggio del 1944 fu vittima innocente della crudeltà nazista nei pressi dell'attuale hotel Igea».

«Fiuggi - ha ribadito con forza - non dimentica le atrocità della guerra e non dimentica neanche il volto dei tanti concittadini che hanno rischiato la propria vita per salvare i perseguitati». Entra nel dettaglio. «Ricordiamo la "Fiuggi città ospedaliera" che offrì assistenza e cura. Ricordiamo l'accoglienza e il rifugio di Villa Littoria, ex Villa Gaia, dove i fascisti diedero riparo agli ebrei, ai preti, ai partigiani, tra il dicembre del 1943 e giugno del 1944. Ricordiamo la grande solidarietà dei nostri avi».