Quando ieri mattina attorno alle nove del mattino le agenzie hanno battuto la notizia di una vasta operazione contro la 'Ndrangheta nessuno ci ha fatto molto caso. Un'inchiesta della Dda di Catanzaro guidata dal magistrato Gratteri che ha portato a quarantanove arresti, tredici in carcere e trentasei ai domiciliari. Coinvolti nell'operazione amministratori locali e imprenditori. Ma il mondo politico nazionale è sobbalzato quando tra gli indagati è spuntato il nome di Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell'Udc.

Il quale non ha perso tempo, dichiarando: «Ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017. Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla procura competente. Come sempre ho piena e totale fiducia nell'operato della magistratura». Poi l'annuncio.
«Rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale, con effetto immediato». Ora il leader Udc, che ha evidenziato la sua totale estraneità dei fatti, avrà tutto il tempo per far emergere la sua posizione ma la notizia ha fatto scalpore.

Anche perché Lorenzo Cesa, nato ad Arcinazzo Romano, spesso torna nella località turistica con cui ha un rapporto speciale, visto che suo padre Luigi negli anni sessanta e settanta è stato anche primo cittadino, lasciando un grande ricordo nella locale comunità.
Chiaro che si tratta di una inchiesta molto vasta e Cesa avrà tutto il tempo per dimostrare la sua estraneità.
Una notizia che ha fatto sobbalzare dalla sedia anche quei tanti amministratori che in passato, oggi forse un po' di meno, sono vicini alle posizioni dell'Udc che in terra di Ciociaria ha espresso importanti rappresentanti.