Se a muoversi nel mercato dell'auto ci sarà ora un gigante, a portare lo stipendio a casa ci sono gli operai.
Sono migliaia e hanno sofferto finora i saliscendi di mercato e la crisi Covid, le buste paga decurtate e le incertezze sul futuro Fca. Oggi c'è un gigante che si muove in maniera spedita lungo il Pianeta con pianificazioni e strategie. Ma soprattutto, Stellantis non ha affatto in programma tagli ai posti di lavoro all'interno dei propri piani di riduzione dei costi. A dirlo è stato sempre il ceo del nuovo gruppo mondiale ma lo ha fatto in un'intervista alla radio francese Franceinfo.

La domanda era diretta a possibili esuberi, lecita considerazione laddove sussistono doppioni di modelli e, dunque, di linee produttive. Ma Tavares ha detto di più in occasione della prima conferenza stampa del gruppo nato dalla fusione tra Fca e Psa: «La fusione è uno scudo protettivo e permette di tutelare i posti di lavoro». «Le sinergie non sono solo risparmi ma permettono di generare fatturato». Perché si associa al progetto di realizzare anche la crescita di alcuni marchi.

Il modello aggregativo, quindi, permetterà di diluire i costi per la transizione elettrica e tecnologica su una più ampia base di ricavi. Sarà una macchina da guidare con a bordo 400.000 dipendenti e che non imboccherà mai la via della chiusura degli stabilimenti. Queste le premesse. Anche perché «L'80% dei costi non è ascrivibile alla voce lavoro», che incide «per il 10%». Le sinergie però toccheranno gli investimenti in ricerca. Stellantis ha quattro centri, tra cui quello di Torino. Ogni modello nuovo sarà anche elettrico. Tavares ha annunciato ieri 39 veicoli elettrificati entro il 2021. Una sfida ambiziosa che il nuovo colosso sente di voler ingaggiare nel mondo dell'auto.

Il rilancio e il rafforzamento dei marchi Alfa Romeo e Maserati. Questa è una delle mission principali di Stellantis, il grande gruppo automobilistico nato dalle "nozze" tra Fca e Psa. La fusione, lo ricordiamo, si è perfezionata lo scorso weekend e lunedì c'è stato l'esordio, positivo, sia sul mercato italiano che su quello francese. A breve il gruppo verrà quotato anche a Wall Street. Intanto l'amministratore delegato del gruppo Carlos Tavares ha voluto incontrare i sindacati. E proprio durante il vertice di ieri con le parti sociali ha ribadito la centralità del Biscione e del Tridente all'interno di Stellantis. Inevitabilmente, lo stabilimento di Cassino dove ormai da anni si producono veicoli a marchio Alfa e dove a breve arriverà il Suv della Maserati, avrà un ruolo principale nel nuovo gruppo.

«Siamo al primo giorno di Stellantis, dunque è prematuro parlarne, ma ha sottolineato Tavares va riconosciuto il valore altissimo di questi brand iconici.
Dobbiamo fare valutazioni su come sostenere la crescita redditizia di queste aziende, che non rappresentano solo un patrimonio storico ma anche una ricchezza. Il piano strategico di Stellantis non è ancora stato predisposto, ma stiamo lavorando a come rendere questi grandi marchi del lusso ancora più redditizi.
Vogliamo sostenerne il rilancio: lo voglio dire in modo assolutamente chiaro ed esplicito».

I sindacati
Musica per le orecchie dei sindacalisti, ancor più per i rappresentanti di Cassino della Fim-Cisl rilancia quindi con entusiasmo quanto dichiarato dal segretario nazionale Fernando Uliano al termine dell'incontro: «È positivo per noi spiega il leader dei metalmeccanici della Cisl il fatto che l'Italia sia centrale nel nuovo Gruppo Stellantis, in particolare per le opportunità elesinergieche si svilupperanno. Si potranno rafforzare i brand italiani e fare nuovi progetti su modelli e brand in particolare Alfa Romeo e Maserati per renderli più performanti e profittevoli e per dare maggiore attività negli stabilimenti. La Fim come ha sempre fatto è pronta a rappresentare i lavoratori in questo nuovo grande progetto industriale che dà prospettive nuove e inedite per comparto dell'automoti ve nel nostro Paese.

In questo senso abbiamo sottolineato l'importanza che in questi anni hanno avuto le relazioni industriali e la contrattazione, con scelte coraggiose da parte del sindacato, in primis la Fim, nel far riacquistare competitività ai siti italiani e nel difendere la qualità dell'occupa zione. La partecipazione dei lavoratori in chiave organizzativa e strategica in questa prospettiva può trovare in Stellantis una positiva e importante occasione per poter far crescere e orientare anche le scelte manageriale verso una maggiore valorizzazione del lavoro. Per noi della Fim Cisl l'immagine usata da Tavares di fare di Stellantis uno scudo per difendere e valorizzare marchi e siti deve tradursi concretamente in maggiore sicurezza sociale per i lavoratori del Gruppo in Italia e in scelte e progetti industriali che sappiano aumentare la saturazione degli impianti italiani».

Chi è preoccupato per la piena occupazione degli stabilimenti, in particolar modo quello di Cassino, è la Fiom-Cgil. I responsabili territoriali dell'organizzazione continuano ad evidenziare che il sito pedemontano non può reggersi solo ed esclusivamente sul segmento del lusso, tuttavia a margine dell'incontro con Tavares anche la segreteria nazionale della Fiom, con Francesca Re David, mostra pollice alto e si dice ottimista.

Argomenta la leader del sindacato: «È stato un atto di rispetto nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori avere voluto subito incontrarci. Consideriamo molto importante che abbia incontrato tutti i sindacati e che abbia messo l'accento sulfatto cheè necessario investire sull'intelligenza, sulla creatività e sulla competenza delle lavoratrici e dei lavoratori. La Fiom ha rappresentato il sentimento che c'è in fabbrica in questo momento, che è di paura e timore rispetto alle sovrapposizioni e a quello che può succedere, ma allo stesso tempo di speranza finalmente di riempire di nuovo gli stabilimenti».

Da questo punto di vista, ha detto Re David, Tavares ha confermato che «le lavoratrici e i lavoratori sono al centro del suo progetto e che è necessario avviare una nuova fase di relazioni sindacali a tutti i livelli», anche in vista delle discussioni sul piano industriale. «Questo è quello che noi ci auguriamo. Il primo incontro come fatto in sè è stato un atto positivo, adesso dobbiamocostruire lecondizioni per andare avanti e avere l'obiettivo di riportare gli stabilimenti a pieno ritmo e fare entrare nuovi giovani lavoratrici e lavoratori negli stabilimenti del gruppo».

di: Alberto Simone