Sant'Elia Fiumerapido e Perinaldo, in Liguria, unite da una linea sottile, storica e mistica. Ne abbiamo parlato con lo storico santeliano, Benedetto Di Mambro.

Quale connessione ci potrebbe essere tra le due zone?
«La scoperta ligure fa il paio con quella di Sant'Elia fra i colli di Casalucense, trovata, molto antedecentemente, nel 1995 dal sottoscritto e da Sabatino Di Cicco. L'al tare sacrificale di Perinaldo, sul quale si trova scolpito un cerchio di 117 centimetri di diametro scrive Andrea Eremita, dell' Ar cheo-Nervia è stato realizzato su una grande lastra cilindrica di arenaria quarzifera che sporge da un costone roccioso. Per tipologia trova un confronto con un'ara sacrificale nascosta fra i boschi di Sant'Elia Fiumerapido sulla cui superficie è inciso un grande cerchio di 205 centimetri di diametro. Entrambe con a lato un canaletto di scolo per contenere la fuoriuscita del sangue. La dimensione maggiore del cerchio scolpito a S. Elia trova giustificazione nella pratica delle popolazioni stanziate nel Sannio di immolare bovini di grossa taglia. Anche fra i Liguri vi era il culto per particolari animali ritenuti sacri annota AlbertoLombardo, del Centro Studi "La Runa" di Chiàvari e un ruolo religioso assai importante ebbero le primavere sacre (ver sacrum), comeper tuttigliantichi popoli italici. In effetti ci sono differenze fra le due realtà: i Liguri erano di origine Celtica (Galli) e i Sanniti di origine umbro-sabellica. In comune avevano,così cometutti ipopoli italici, il culto per il sole (il cerchio).
Per i Sanniti il cerchio e il bosco eranola forza, il coraggio.Per i Liguri il cerchio era la vita con le sue evoluzioni e quindi l'infinito».

Il nostro territorio è ricco di storia, spesso ignorata. Cosa manca, soprattutto ai giovani, affinché amino tale tesoro?
«Casalucense e Valleluce a Sant'Elia Fiumerapido sono zone ricche di reperti archeologici: mura megalitiche sannite, epigrafi latine e il noto acquedotto romano da Valleluce a Casinum. Per molti dirigenti scolastici sono cose che fanno solo perdere tempo: è sopraggiunto pian piano il totale disinteresse da parte di dirigenti scolastici che sostengono che sono cose che distolgono dai programmi scolastici. Come dire che bisogna conoscere benele vicende fra Francesco I di Francia e Carlo V d'Asburgo e nulla della propria città.
Va detto, però, che trovo ancora oggi con piacere professori istituti superiori molto attenti e interessati a che i loro studenti possano conoscere i nostri luoghi e la loro storia. Ma non c'è solo l'archeologia e la storia antica: abbiamo anche molto e di interessante di Medioevo, Gotico e Romanico. Da esperienze condotte in prima persona fra il 1996 e il 2010 e tuttora tramite pubblicazioni anche social noto molto interesse da parte dei giovani studenti».