Maglie sempre più strette per arginare il virus. E il Lazio nel fine settimana potrebbe colorarsi di arancione. Dopo essere rimasto costantemente in zona gialla. Tutto dipenderà dal prossimo monitoraggio settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità, che sarà noto venerdì, e dalla conseguente ordinanza del Ministero della Salute. Contemporaneamente il Governo sta lavorando al nuovo Dpcm anti-Covid. Ma molti elementi vanno nella direzione dell'inevitabile "giro di vite". In tutta Italia per la verità e probabilmente fino a febbraio. Il criterio guida è l'ingresso automatico in fascia arancione per chi è a rischio "alto". Sono dodici le regioni che potrebbero subire nuove regole e divieti. Sarà più facile entrare in area arancione o rossa e più complicato invece scalare di zona. Misure che testimoniano la delicatezza del momento. Anche e soprattutto sul versante della possibile terza ondata.

Parametri e prospettive
Il punto fondamentale è la conferma dell'inasprimento del valore Rt, cioè l'indice che misura la trasmissione del contagio. Con 1,25 una Regione viene collocata in fascia rossa. Prima occorreva l'1,50. Mentre con 1 si entra in fascia arancione (prima era 1,25). Il Lazio è rimasto in zona gialla grazie ad un Rt parametrato su 0,98. Ma già nel monitoraggio di venerdì scorso aveva un indice di rischio alto in base ai 21 parametri considerati, che vanno dal riempimento dei posti letto per ricoveri e in terapia intensiva alla capacità di tracciamento, dai tempi necessari tra l'effettuazione del tampone e il risultato alla resilienza delle strutture ospedaliere. C'è chi non esclude neppure la zona rossa, soprattutto se dovesse davvero arrivare la terza ondata e quindi un'impennata della curva dei contagi. Ma questo è uno scenario che al momento non c'è. Probabile invece l'inserimento in zona arancione.

D'altronde nei giorni scorsi l'assessore regionale alla sanità Alessio D'Amato lo aveva detto chiaramente: «Il Lazio è l'unica delle grandi regioni ad essere rimasta sempre gialla. È un buon risultato, ma vorrei che fosse chiaro che non è un "tana libera tutti", visto che oggi siamo gialli, ma la prossima volta potremmo già essere arancioni. Come sempre molto dipende dal rigore nei comportamenti e dal rispetto delle regole. Gli indicatori guardano in alto. Il meccanismo delle fasce e dei colori è legato ai comportamenti dei singoli». Ha aggiunto D'Amato: «I cittadini hanno mostrato grande senso di responsabilità. Il Lazio e Roma sono stati i primi a essere coinvolti dall'epidemia e se un anno fa non fossero scattate immediatamente le misure di controllo e di prevenzione, il contesto del nostro territorio sarebbe stato diverso.

Respingo al mittente la questione che ci sono zone del Paese dove il virus ha colpito di più e altre dove ha colpito meno. Il virus soprattutto in questa fase si è diffuso in maniera omogenea. Siamo la prima regione per test in rapporto agli abitanti». Dunque, è probabile che il Lazio possa essere inserito nella fascia arancione. Infine, va detto che sembra tramontata l'ipotesi di far scattare la "stretta" nel caso di superamento di 250 contagiati ogni 100.000 abitanti. L'opzione era stata avanzata dall'Istituto Superiore di Sanità e condivisa dal Comitato tecnico scientifico.

Cosa cambierebbe
Intanto va detto che le nuove misure scatterebbero in una data compresa tra il 16 e il 18 gennaio. Dipenderà da quando il ministro Roberto Speranza firmerà l'ordinanza. Con l'inserimento nella fascia arancione sarebbe vietato spostarsi non soltanto fuori dalla regione di appartenenza, ma anche tra Comuni. Tranne che per comprovate motivazioni di lavoro, salute e necessità. Per i Comuni fino a 5.000 abitanti ci si potrebbe spostare entro un raggio di 30 chilometri, ma non verso i capoluoghi di provincia. Sempre consentito il rientro presso la propria residenza, domicilio o abitazione, tranne che per le seconde case fuori dalla Regione. Invariato l'orario del coprifuoco, che resterebbe dalle ore 22 alle 5 del giorno seguente. Il nuovo decreto dovrebbe ribadire il divieto di ospitare in casa più di due persone (parenti e amici) non conviventi.

Nel pacchetto delle nuove misure potrebbe essere introdotto il divieto di asporto di cibo e bevande dalle 18 per i bar. Ma è un aspetto sul quale si sta discutendo. Nelle zone arancioni i bar e i ristoranti sono aperti esclusivamente per la vendita da asporto fino alle 22 e per la consegna a domicilio che deve comunque avvenire nel rispetto delle norme sul confezionamento e sulla consegna dei prodotti. Restano invece aperti i negozi, i cui responsabili però devono assicurarsi che vengano rispettate le norme anti contagio, quali l'uso della mascherina, del gel disinfettante e l'osservanza della distanza di sicurezza.

La situazione
Ieri in provincia di Frosinone 99 nuovi casi, su un totale di 1.157 tamponi effettuati. Il tasso di positività è dell'8,5%, in netta discesa rispetto a lunedì, quando si era attestato al 14,15%. I negativizzati sono stati 193. Si sono registrati 6 decessi: un uomo di 77 anni residente a Pignataro Interamna, un uomo di 80 anni residente a Pescosolido, un uomo di 79 anni residente a Cassino, un uomo di 68 anni residente ad Anagni, un uomo di 56 anni residente a Cassino e un uomo di 90 anni residente a Vicalvi. Il bollettino della Regione Lazio riporta 7 morti. Una delle vittime non è residente in provincia di Frosinone. Dicevamo dei 99 contagi e dei 193 negativizzati. A Cassino 14 casi e 31 guariti, a Sora 6 contagi e 2 negativizzati, ad Amaseno 5 contagi e 3 guariti. Poi 5 nuovi casi a Campoli Appennino. A Pontecorvo 5 contagiati e 10 guariti. Fontana Liri: 4 nuovi positivi e 2 negativizzati. Anche a Torrice 4 contagi e 2 guariti. A Veroli 4 positivi e 10 negativizzati. Boville Ernica: 3 nuovi casi e 4 negativizzati. A Isola del Liri 3 contagi e 3 guariti.

Il trend
Siamo nella quarantaseiesima settimana dall'inizio della pandemia in provincia di Frosinone. Finora è andata così: 45 casi l'undici gennaio, 99 il dodici. Per un totale di 144, media di 72 ogni ventiquattro ore. Nella quarantacinquesima settimana media giornaliera dei contagi pari a 119,85, nella quarantaquattresima di 165. Nella trentunesima settimana una media di 15 nuovi casi al giorno, nella trentaduesima 29,14. Proseguendo: 101,57 contagiati al giorno nella trentatreesima settimana, 183,28 nella trentaquattresima, 235,86 nella trentacinquesima, 292 (il picco) nella trentaseiesima, 224,28 nella trentasettesima, 225,71 nella trentottesima, 134,42 nella trentanovesima, 99,57 nella quarantesima, 106,28 nella quarantunesima, 106,28 nella quarantaduesima, 97,4 nella quarantatreesima. A gennaio 1.483 contagi in dodici giorni: media di 123,85 ogni ventiquattro ore. A dicembre era stata di 111,87, a novembre di 219,66, ad ottobre di 113,8, a settembre di 7,43. Per quanto riguarda invece i decessi, ce ne sono stati 26 in dodici giorni. per una media di 2,16 ogni ventiquattro ore. A novembre 100 morti positivi al Sars-Cov-2, a dicembre 98. Dal primo ottobre ad oggi 15.067 dei 16.164 contagi totali. Il 93,21%. Nello stesso periodo 233 dei 292 decessi: il 79,79%. I guariti sono saliti a quota 11.984, vale a dire il 74,14% dei contagiati.

Il vaccino
Nel Lazio si è arrivati a quota 79.466 dosi somministrate. Ci riferiamo naturalmente al vaccino della Pfizer. Alla Asl di Frosinone sono state effettuate 6.530 vaccinazioni (311 nella giornata di ieri). È la quarta Azienda Sanitaria del Lazio per numero di dosi somministrate. In tutta la regione ieri è stata completata la terza consegna del vaccino Pfizer nei 20 hub regionali, tra i quali c'è l'ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone. L'attività sta tenendo conto delle dosi necessarie per i primi richiami che inizieranno a metà mese. Quindi tra pochissimi giorni. L'assessore Alessio D'Amato fa sapere che «è stata raggiunta l'intesa con i medici di medicina generale per la vaccinazione degli over 80». E che «presto ci saranno procedure operative e manifestazione di interesse rivolta ai medici di medicina generale che nel frattempo stanno completando la vaccinazione».

Intanto è giunto in Italia (all'Istituto Superiore di Sanità a Roma) il primo carico di vaccini della casa farmaceutica Moderna. I vaccini di Moderna saranno distribuiti alle Regioni con i mezzi messi a disposizione da Poste Italiane. La prima fornitura nel Lazio dovrebbe essere di 10.000 dosi. Può essere conservato ad una temperatura di meno 20 gradi, più alta rispetto a quella prevista per Pfizer (-75°C). Il vaccino Moderna deve essere somministrato in due dosi da 100 microgrammi a ventotto giorni di distanza. Mentre il vaccino di Pfizer in due dosi da 30 microgrammi a ventuno giorni di distanza. Francesco Vaia, direttore sanitario dell'Istituto Spallanzani di Roma, ospite del programma "L'imprenditore e gli altri" condotto dal fondatore dell'Unicusano Stefano Bandecchi su Cusano Italia tv, ha detto: «Una produzione di 100 milioni di dosi di vaccino Reithera renderà l'Italia autosufficiente. Siamo a buon punto, è probabile che sarà pronto a giugno-luglio».