Continua a piovere e a nevicare tra Picinisco, Villa Latina e San Biagio Saracinisco, paesi stretti nella morsa del maltempo. Già l'alluvione del 15 ottobre scorso causò danni e tragedie sfiorate nei territori dei tre paesi e a Picinisco un'auto finì nel torrente Mollarino a ridosso di un ponte; San Biagio Saracinisco è rimasto tagliato fuori dai collegamenti a causa dell'enorme quantità di detriti che il vallone Sant'Antonio trascinò a valle fin sopra la regionale 627 che coprì quasi del tutto un autobus Cotral in transito. E poi a Villa Latina, il territorio immediatamente a valle degli altri due, e che quindi si ritrova a essere il punto di incontro dei corsi d'acqua che, gonfi e violenti, scendono dai monti e raggiungono la piana.

In alcuni punti la forza delle acque ha graffiato terra a destra e sinistra dell'alveo del Mollarino ampliandone il letto e portandolo a quasi cento metri di larghezza: un dato che deve far riflettere chi pensa di rinviare a domani la manutenzione che ora, per forza di cose, è costosa e ineludibile.

«Tale è stato lo scavamento prodotto dall'irruenza dell'acqua in quella notte del 15 ottobre scorso che in un punto la sponda del torrente Mollarino è a meno di quattro metri dalla regionale 627, il giorno prima distava più di venti», dice il sindaco di Picinisco Marco Scappaticci, che continua ad avere il territorio martoriato dalle continue piogge (a valle) e dalle copiose nevicate in quota. «C'è il paradosso che l'inizio dell'inverno ha portato già oltre due metri di neve a Prati di Mezzo, ma per l'emergenza covid-19 non è possibile aprire gli impianti» è il rammarico del sindaco. Chi ha potuto raggiungere la località sciistica stentava a credere: il rifugio il baraccone era sepolto dalla neve. Nel frattempo Scappaticci deve fare i conti con frane e smottamenti di questi primi giorni del 2021 e con l'inverno appena iniziato.