Un post muto. Condiviso sulla propria pagina personale e poi sul gruppo Facebook "Arena politica della provincia di Frosinone". Un post che ha generato una vera e propria bufera nei confronti del consigliere comunale Marco Ferrara, esponente nell'assise civica della "Lista Per Frosinone" e iscritto a Fratelli d'Italia, perché il soggetto unico era un fotomontaggio del cancello di entrata del campo di concentramento di Auschwitz, luogo di una delle più grandi tragedie dell'umanità dove furono sterminati dai nazisti con scientifica malvagità 1,5 milioni di persone, nel quale al posto della terribile scritta "Arbeit macht frei" ("Il lavoro rende liberi"), che ad Auschwitz significava in realtà negazione del valore morale del lavoro e presagio di umiliazione, sofferenza e morte, c'era "Il vaccino rende liberi", a lasciare intendere una sorta di parallelismo tra l'Olocausto e la campagna di vaccinazione.

Un accostamento infelice, di cattivo gusto, che ha scatenato inevitabili reazioni furibonde sul social da parte di più persone che hanno indotto il consigliere comunale a rimuovere, dopo pochi minuti, il contenuto e ad argomentare: «Per evitare strumentalizzazioni da parte dei soliti mistificatori, ho ritenuto di togliere da Facebook il mio post che accostava il dolore della pandemia derivante dal Covid-19 all'intensità del dolore della Shoa. Probabilmente ci sono alcuni soggetti che continuano a fare politica di partito sui dolori, mentre i dolori e i lutti sono tutti uguali». Sentito direttamente, poi, Ferrara ha aggiunto: «Lo ammetto. Da parte mia c'è stata certamente leggerezza nel condividere un post non creato da me, maripreso dalprofilo diun'al tra persona con cui volevo contribuire a tenere alta l'attenzione verso una tematica, quella della vaccinazione anti-Covid, di stringente attualità. Da parte mia non c'era alcun intento offensivo nei confronti di quanti hanno vissuto la tragedia dell'Olocausto e dei campi di concentramento. Una tragedia dell'umanità. Sono da sempre un fermo oppositore di ogni genere di discriminazione e ritengo che coloro che hanno perseguitato e ucciso milioni di persone siano da condannare senza riserve. Mi voglio scusare con quanti si siano sentiti offesi, ma ripeto, da parte mia non c'era alcuna malignità né tantomeno l'intenzione di sminuire, dileggiare una tragedia così immane, né c'era la volontà di offendere la memoria di alcuno».

«Oggi viviamo una fase in cui stiamo assistendo ad una compressione delle nostre libertà personali in ragione dell'emergenza sanitaria ha proseguito Contesto l'ipotesi ventilata in questi giorni da più parti secondo cui si potrebbe arrivare all'obbligato rietà della vaccinazione e secondo cui chi, poi, non la dovesse rispettare potrebbe subire conseguenze fino pure al licenziamento. Non sono no-vax; non sono negazionista; ho fiducia nella scienza, ma contesto il metodo, perché, a mio parere, non siconoscono bene l'efficacia e le conseguenze del vaccino che si sta somministrando in queste ore. Non mi piace l'idea di dover subire un trattamento sanitario obbligatorio».

«Ho agitoa titolo personale. Volevo esprimere questo concetto e l'ho fatto nella maniera sbagliata e di questo mi dispiace molto» ha concluso Ferrara. Le reazioni al suo post sono state di sdegno e di condanna. La lista "Frosinone in Comune", attraverso la propria pagina Facebook, ha parlato di «delirio negazionista di un altro consigliere comunale di Frosinone, il cui egoismo (il suo e quello di gente come lui) ci porterà lockdown, disastro economico e restrizioni per molti mesi ancora.
Lo stesso consigliere negazionista che, però, in consiglio comunale ci viene con la FFP2, perché negazionista in pubblico e prudente in privato porta i voti degli sciamani con le corna... Visto l'atroce riferimento ai campi di sterminio, chiediamo, come richiesto da Possibile le sue immediate dimissioni e l'immediata presa di distanza da parte del sindaco».

«Sono giorni pericolosi per la democrazia eppure c'è ancora chi non si accorge della propria responsabilità pubblica e civica, e vaneggia sui social» ha scritto su Fb Marta Bonafoni, capogruppo in Regione della "Lista Zingaretti". «Ho letto ha proseguito Bonafoni con sconcerto le esternazioni di alcuni esponenti della destra della provincia di Frosinone. Nel giro di due giorni prima il bizzarro delirio sovranista a favore di Trump dell'asses sore alla culturadi Ceccano, Stefano Gizzi. Poi l'aberrante fotomontaggio del cancello di Auschwitz in chiave negazionista del consigliere comunale di Frosinone, Marco Ferrara, della lista Per Frosinone e iscritto a Fratelli d'Italia. Tra pandemia e pericolose proteste del suprematismo bianco, dichiarazioni come quelle di entrambi lasciano basiti.
Noto che hanno la stessa origine: il movimento internazionale di sovranismo becero, di diffidenza scientifica, di convinzioni senza alcuna rispondenza con la realtà, chiamato Qanon che mette a rischio democrazia e libertà. Questi complotti aberranti hanno fatto breccia anche molto vicino a noi. Quello che è avvenuto a Frosinone è un campanello d'allarme perché non proviene da chicchessia ma da esponenti a vario titolo delle istituzioni che hanno una responsabilità».